Oil_platform_P-51_(Brazil)Il decreto ministeriale che sancisce la compatibilità ambientale delle trivellazioni ed estrazioni dell’Eni a poche miglia dalle coste licatesi, ci lascia parecchio perplessi. Praticamente è stato approvato un progetto ove la valutazione delle ripercussioni su settori quali pesca e turismo, per non parlare del rischio geologico ambientale connesso alle attività di perforazione ed estrazione, è rimandata ad approfondimenti del colosso petrolifero.
E c’è da chiedersi quanto possa interessare all’Eni delle sorti del mare antistante Licata, posto che ha escluso a priori la “possibilità che si verifichino incidenti rilevanti”, che il suo Studio sull’Impatto Ambientale (c.d. SIA) ignora del tutto il rischio “generale” per le attività di pesca e che nemmeno accenna a qualsivoglia esame e/o valutazione delle conseguenze sulle risorse ittiche. Invero, il comparto della pesca, uno dei settori trainanti la già malconcia economia licatese e che “dà a mangiare” a numerose famiglie, non è il solo che subirà danni a causa dei potenziali rischi connessi all’attività di estrazione petrolifera in un’area “fortemente vulnerabile alle problematiche di instabilità”, a rischio vi sono anche il turismo e la fruizione dei beni culturali.  Insomma, Licata è stata ancora una volta abbandonata a se stessa da parte dello Stato e della Regione e non ci si può affidare al caso, sperando che, una volta realizzato l’Offshore Ibleo, non accada alcun incidente. La Federconsumatori, pertanto, confida nell’imminente presentazione da parte dell’amministrazione comunale del ricorso al Tar, l’unica e l’ultima chance che ha la nostra città per contrastare la realizzazione di un’opera che non recherà alcuna utilità alla collettività, anzi…

Federconsumatori
Il responsabile dott. Angelo Pisano
Il legale avv. Rosaria Puccio