Le nuove norme sono state pensate dal nuovo arciprete in quanto la chiesa madre “non è un santuario ma una parrocchia”. Pertanto, è necessario che la chiesa sia utilizzata per le attività parrocchiali che altrimenti risulteranno mortificate. Il riferimento è non solo alle attività di natura religiosa ma anche a quelle culturali e sociali che all’interno della chiesa possono essere ospitate. “Io non ho clienti da guadagnare – ha spiegato al nostro giornale don Gaetano – Non sono venuto, infatti, per amministrare un’azienda ma per creare una comunità. Quando c’è una comunità tutto il resto diventa secondario”.
Proprio con l’intento di costruire una comunità, il nuovo arciprete ha iniziato un percorso di formazione continua che sta riguardando non solo i catechisti ma anche i gruppi presenti in parrocchia, quali la confraternita del SS. Rosario, il gruppo di preghiera Padre Pio e i Castellani di Maria. Le novità in materia di matrimoni non sono, però, finite. Entreranno da subito le disposizioni contenute nel decreto emanato dall’allora arcivescovo Carmelo Ferrara nel 1992 che, nella chiesa del SS. Rosario, non sono, però, mai state di fatto rispettate. Tra queste quelle relative all’abbigliamento degli sposi e degli invitati, al lancio del riso, che deve avvenire all’esterno della chiesa e quelle in materia di ritardo sull’orario di inizio della cerimonia. Disposizioni sono previste anche per i fotografi, che non potranno fare riprese o fotografare alcuni momenti della celebrazione, il fiorista, e l’organista. Con le nuove disposizioni dal 2016 si potrebbe assistere ad una riduzione dei matrimoni celebrati in chiesa madre che, per la sua indubbia bellezza, è scelta da molti palmesi e non solo. Lo scorso anno i matrimoni celebrati in chiesa del SS.Rosario sono stati 121 mentre nel 2014 sono stati, fin qui, 108.