Intervista al professore Calogero Carità per il numero inaugurale di LicataNet
1) Professore Carità, i suoi giudizi sulla politica licatese li leggiamo ogni mese su La Vedetta. Può darne uno, in sintesi, per il nostro nuovo giornale online?
“La politica a Licata è ormai da tempo in letargo. Ma forse sarebbe più giusto dire che la politica non c’è proprio e l’attuale amministrazione comunale ha contribuito a mortificare quel barlume di politica che in qualche modo sopravviveva. La politica non c’è perché non ha saputo rinnovarsi e soprattutto non ha saputo dialogare con la gente. Oggi il Palazzo di Città vive fine a se stesso. La gente lo ignora. E’ quanto, sicuramente non ingenuamente, Graci aveva detto davanti alle telecamere: senza il consiglio comunale e senza i partiti si governa meglio. Un vero schiaffo alla democrazia. Una giunta che non si confronta col consiglio comunale che rappresenta tutta quanta la cittadinanza licatese, è una giunta illiberale che alla nostra comunità non serve”
2) E la situazione generale di Licata come la vede?
“ La situazione attuale della nostra città non è affatto bella e non immagino un futuro migliore, visto come stanno le cose. Si è perso troppo tempo prezioso e in questi ultimi anni si è fatto solo politica di piccolo cabotaggio. Si è amministrata a mala pena solo l’emergenza quotidiana. Non si è pensato alla crescita, non solo economica, ma neppure urbanistica. Il PRG è servito solo ai palazzinari. Il commercio è in profonda crisi, basta percorrere i corsi principali per capire. In centro i negozi chiudono. L’attività commerciale, quella che è sopravvissuta, si è trasferita Oltreponte. Il porto è stato di fatto privatizzato. Si movimenta solo cemento. Il turismo è affidato alle iniziative fai da te. Non è previsto alcuno sviluppo delle nostre coste, alcuna valorizzazione dei nostri beni culturali. Turismo in ogni caso non vuol dire solo mare, ma vuol dire acqua potabile sempre, pulizia, ordine, verde pubblico, accoglienza. La campagna continua a sognare l’acqua del Gibbesi e in mancanza di irrigazione ognuno si scava i propri pozzi e in mancanza di controlli e di tecnici affidabili, ognuno si concima i campi e le serre come vuole, ma ognuno in questo modo rischia di inquinare le falde acquifere che servono per irrigare i prodotti orticoli con le conseguenze che possiamo immaginare. Non c’è più mercato del pesce. Molto del pescato, soprattutto quello pregiato, non passa dal mercato ittico. Non abbiamo un mercato ortofrutticolo che si rispetti, tant’è che non possiamo competere con Gela e Vittoria. A colpi di cacciavite ci stanno portando via tutto: il tribunale, pezzi importanti dell’ospedale, mentre ancora c’è chi ama trastullarci con la favola dell’aeroporto. Il meglio della gioventù scappa via. La città sta invecchiando. Quei pochi giovani che coraggiosamente restano, avranno la forza per mettere all’angolo la vecchia politica, sempre pronta ad alzare la cresta?”
3) Corrono brutte voci di dissesto finanziario del Comune. Pare manchino tre milioni e cinquecento mila euro per chiudere il prossimo bilancio. Lei cosa pensa? Non era meglio, a questo punto, dichiararlo prima il dissesto?
“Le casse comunali sono in affanno da tempo. Se è vero che Graci –come dice- avrebbe ereditato tanti debiti è altrettanto vero che lui ha contribuito ad accularne altrettanto. La prossima amministrazione troverà le casse vuote e forse anche il Palazzo di Città pignorato. Stanno cercando con mille alchimie di ritardare il dissesto e pensano di costruire un bilancio di previsione su entrate fittizie, su risorse virtuali che mai saranno accertate. Oltre 4 milioni dagli oneri concessori del porto turistico, oltre 4 milioni dai fitti di chi da anni occupa le case abusive, altrettanti dalla vendita dei gioielli del patrimonio comunale. I debiti fuori bilancio ormai incombono minacciosi per la loro grande entità. Basti pensare solo agli espropri dei terreni affidati alle cooperative edilizie, per i quali i proprietari non sono stati mai indennizzati , ai tanti crediti che vantano i creditori, tra questi l’Enel e gli stessi dipendenti comunali. Fa ridere quando si legge che il Comune mette in vendita i tetti dei fatiscenti magazzini del cosiddetto mercato ortofrutticolo o il brutto ed ingombrante chiosco di via Egitto, sicuramente abusivo, che l’amministrazione farebbe bene a demolire. Il dissesto non so sino a quando potranno nasconderlo, ma quando scoppierà saranno problemi seri, soprattutto per i precari. E più tardano a dichiararlo peggio è”
4) Cosa si aspetta dalle prossime elezioni regionali, in autunno, e comunali nel 2013?
“ Dalla Regione ci si può aspettare di tutto. La Sicilia è sempre stato un laboratorio politico sperimentale. Certo l’attuale inciucio non può più continuare. A Licata ormai si vive alla giornata. Il nostro paese ha bisogno di una amministrazione fatta di uomini capaci, di teste pensanti, di gente che sappia programmare e guardare lontano, di gente che non vada al Palazzo di Città per intascarsi una indennità di carica o che cerchi di utilizzare il proprio stato di pubblico amministratore per risolvere i propri problemucci personali. Licata ha bisogno di una amministrazione prestigiosa che abbia un ampio consenso tra la gente e un ampio consenso in consiglio comunale e soprattutto che abbia la giusta considerazione in Regione . Licata non ha più bisogno né di minestra riscaldata, né di falsi santoni, né di gente mediocre. Guai sbagliare ancora alle prossime elezioni amministrative. Rischiamo di avere un altro Graci e per Licata sarebbe davvero la fine”.