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Non c’è nulla da fare. Se due indizi fanno una prova, siamo di fronte al fallimento di un’idea di città evoluta, più pulita, rispettosa delle regole. E non è questione di quella o questa amministrazione. Se per la seconda volta nel giro di una settimana, l’ordinanza contenente il divieto di conferire la spazzatura nei weekend non viene rispettata, non c’entra nulla questo o quel Sindaco. Qui manca il senso civico, manca l’educazione, mancano le basi. E il sogno di una città migliore è destinato a rimanere tale. Non ce la possiamo fare. I cassonetti strapieni di spazzatura – nonostante le dieci multe elevate nella sola giornata di sabato – sono l’emblema di una popolazione che se ne frega di ordinanze e provvedimenti. Stamattina, davanti a noi che giravamo le immagini, c’era chi tranquillamente buttava il sacchetto appena sceso da casa. E non regge nemmeno l’alibi accampato da negozi e locali pubblici: tenersela dentro per 24 ore (e magari buttarla appena dopo la mezzanotte di domenica quando molti locali sono ancora aperti), non crediamo comporti un sacrificio tanto gravoso. A cuore non si ha nemmeno la possibilità di ridurre i costi di un servizio che nei fine settimana costa di più. Tanto poi la Tari la pagano sempre i soliti quattro fessi. E allora speriamo, lo chiediamo all’amministrazione, che quelle 10 multe sabato prossimo diventino 100. E se non basterà 1000. Reprimere a volte è il modo migliore per indirizzare abitudini e gesti.

Arrendersi forse sarebbe la soluzione migliore, la deriva di questa comunità sembra ormai irreversibile, soprattutto da un punto di vista dell’educazione e della qualità del capitale umano a disposizione. Le nuove generazioni non stanno dando quel necessario ricambio: tra chi è andato via, chi non ha voglia di “sporcarsi” e chi non ne ha le capacità o la competenza necessaria.

Ma arrendersi significherebbe darla vinta e chiudere bottega. E non ce lo possiamo permettere.

Giuseppe Cellura