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di Gaetano Cellura  Ha 101 anni Edgar Morin: e di guerre ne ha conosciute durante la sua lunga vita. E con le guerre, torture e crimini; distruzioni di massa e una catena di morti – militari e civili – di cui è difficile contare i tanti anelli. Ricordi che il pensatore francese, resistente antinazista, rivive al cospetto della guerra attuale, in Ucraina.

Se un insegnamento ha avuto dagli orrori visti – di fronte ai quali diceva a se stesso: “Ѐ la guerra” –, se un monito ne ha tratto è che verità e menzogna, bene e male non stanno mai da una parte sola nei conflitti. Con altrettanta barbarie è stata combattuta e sconfitta, in nome della civiltà, la barbarie nazista; e l’orrore per i campi di sterminio hitleriani ci faceva ignorare – scrive – quello del gulag sovietico. Il che gli fa dire, gli fa comprendere come “per quanto giusta fosse la resistenza al nazismo, la guerra del Bene comporta in sé del Male”. Nel terribile bombardamento aereo sulla città tedesca di Pforzheim, in ventidue minuti persero la vita più di ventimila persone. Non bisogna lasciarsi ingannare dal manicheismo racchiuso in ogni guerra: questa l’autocritica che Morin affida al suo ultimo libro, Di guerra in guerra – Dal 1940 all’Ucraina invasa (pubblicato da Raffello Cortina): breve ed essenziale testamento del pensiero pensante e della sua indispensabile utilità per un mondo che dissennatamente questo pensiero ha al contrario posto ai margini.

Dal 1945, con la bomba su Hiroshima, l’umanità si è condannata all’autodistruzione. Da allora – qui il fulcro della sua autocritica – avremmo dovuto sviluppare un pensiero capace di interpretare (e governare) altrimenti la complessità dei problemi e dei rischi cui andavamo incontro, il filo di rasoio lungo il quale il mondo si muoveva. Invece, come retaggio pericoloso e lugubre, ci siamo portati dietro estremizzazioni e odi del secolo scorso.

E basta fare una seria analisi per capire che al Novecento, alle lezioni ignorate degli ultimi ottant’anni di storia risalgono molte delle ragioni e dell’odio alla base della guerra tra Russia e Ucraina e delle sue possibili catastrofiche conseguenze mondiali se non viene fermata in tempo.