Un altro episodio di estrema gravità si è verificato nei giorni scorsi a Palma: una lettera contenente minacce di morte è stata fatta pervenire alla Fraternita di Misericordia per scoraggiare la stessa ad effettuare il servizio di trasporto dei pazienti emodializzati.
Lunedì, infatti, l’ASP di Agrigento aveva fatto sapere alla Misericordia di averle assegnato il primo paziente. Ciò a tre anni di distanza dalla richiesta di potere accedere al servizio che ancora oggi è svolto a Palma da associazioni provenienti da vari paesi della provincia, con aggravio dei costi per il servizio sanitario.
La decisione dell’ASP è avvenuta solo dopo la presentazione lo scorso febbraio di un esposto-denuncia e dell’intervento dell’on. Di Giacomo, presidente della commissione sanità all’ARS, che accogliendo la richiesta della Misericordia, ha emanato a settembre una circolare esplicativa della legge che regola la materia.
Nonostante le minacce, comunque, domani mattina regolarmente una autovettura della Misericordia procederà al primo trasporto.
Intanto, la Fraternita ha diffuso un appello alle istituzioni affinché si schierino al loro fianco “in questa battaglia di legalità e di civiltà”.
Questo il testo integrale:
“La Fraternita di Misericordia da più di trent’anni, opera a Palma di Montechiaro, come associazione di volontariato, nel campo dell’assistenza socio-assistenziale.
In tutti questi anni siamo diventati un punto di riferimento, in un territorio notoriamente ricco di problematiche, ma anche capace di esprimere realtà come la nostra.
L’impegno di tutti noi Volontari è stato spesso fiaccato, dalla presenza di cattivi amministratori della cosa pubblica, che poche volte ci hanno valorizzato e spesso ostacolato. Di contro, abbiamo ricevuto incoraggiamenti e gratificazione, dalle persone che abbiamo servito.
Negli ultimi mesi ci siamo ritrovati a vivere una situazione delicata. Solo perché ci siamo permessi, di chiedere di occuparci del trasporto dei pazienti emodializzati, abbiamo ricevuto minacce di morte e intimidazioni. Cose che abbiamo prontamente denunciato, da diversi mesi.
Il silenzio seguito alle nostre denunce, rischia di diventare più grave delle stesse minacce”.