Pubblicità

Le ancore recuperate dalla FinziadeConclusa la campagna di scavi archeologici subacquei 2014 organizzata a Licata dalla Soprintendenza del Mare guidata dal professore Sebastiano Tusa. Alle ricerche hanno collaborato i sommozzatori del Gruppo Archeologico Finziade, Giuseppe Accursio, Michele Ruggieri, Agostino Cantavenera, Giovanni Morreale e Andrea Cannizzaro, diretti dall’archeologo Fabio Amato, e con il supporto logistico della sezione di Licata della Lega Navale Italiana e della ditta Cuttitta s.r.l.
Inizialmente l’attenzione degli archeologici si è concentrata su un elemento metallico circolare del diametro di 90 centimetri di epoca post-medievale, ancora in fase di studio. L’anello metallico del peso di circa 200 kg è stato trainato sino al porto di Licata e issato sulla banchina del porto grazie alla collaborazione della Squadriglia Aeronavale della Guardia di Finanza. Ma la scoperta che sicuramente ha caratterizzato le ultime tre settimane di scavo è stato il ritrovamento di tre splendide ancore litiche (modello PF3), utilizzate tra il II° e il I° millennio Avanti Cristo in tutto il Mar Mediterraneo che, per il suo perfetto stato di conservazione, attribuisce ad esse un carattere di eccezionalità. Nuovi eccezionali reperti che confermano l’ipotesi Recupero ancoreavanzata lo scorso anno dell’isolotto di San Nicola come uno dei più antichi approdi di tutta la costa meridionale della Sicilia. Sicuramente la scoperta delle ancore litiche pre-protostoriche rappresenta una novità e apre nuovi scenari nella ricerca archeologica licatese. Il prossimo anno sicuramente si indagherà su più fronti nella speranza di rinvenire in maniera stratificata sotto le ancore litiche dei fossili guida che permettano di assegnare a questi reperti una datazione assoluta. Intanto si lavora già ad una prossima mostra espositiva che conterrà sia i reperti subacquei recuperati lo scorso anno che quelli rinvenuti durante l’estate 2014.