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Calogero-Mannino1-624x300L’ultima volta che è venuto a Licata crediamo sia stata nel 1994. Calogero Mannino era candidato al Senato con uno dei partitini eredi della Dc e a contendergli il seggio c’era Angelo Lauricella dell’allora Pds, eletto senza particolari affanni. Cercava voti, si capisce. E ad accompagnarlo e a sostenerlo, coerente con la sua storia politica, c’era il compianto Michele Curella,  senatore dal 1983 al 1987 ed ex sindaco di Licata.

Abituati a vederlo, negli anni rigogliosi del potere, sempre circondato di numerosi amici, sostenitori e di gente in cerca di posti di lavoro e di favori vari, fu per tutti una sorpresa vederlo senza seguito. Roba da non crederci. Ma i tempi erano cambiati o stavano per cambiare. Si sapeva. Par Calogero Mannino ex ministro, ex assessore regionale, ex segretario della Dc siciliana, uno degli uomini di punta del partito e non solo nell’Isola, era cominciata la fine della carriera politica.

Già allora correvano voci di natura giudiziaria sul suo conto. E molti dei suoi ex amici e dei tanti che da lui avevano ricevuto favori e posti puntavano su altri cavalli. La sua corrente politica (a Licata negli anni Ottanta la più forte numericamente in consiglio comunale) non esisteva più. Poi le accuse e i processi sono cominciati davvero. Nove mesi di carcere preventivo e altri di arresti domiciliari per concorso esterno per associazione mafiosa. Assolto in primo, condannato in secondo grado, assolto definitivamente nel 2010.

Infine quest’altro processo con rito abbreviato per la cosiddetta Trattativa Stato-mafia. E un’altra assoluzione. Un calvario giudiziario durato vent’anni l’ha definito Mannino. Con le sentenze che gli hanno dato quasi sempre ragione.

(g.c.)