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atleti palmesi maratona (Small)Nella vicenda della mancata concessione all’associazione Cittadinanzattiva, da parte del sindaco Amato, della sala della Biblioteca per lo svolgimento del seminario “Cittadinanza e sport”, nel corso del quale omaggiare gli atleti che hanno rappresentato Palma e l’Italia alla Maratona di Berlino, è intervenuto con un post su facebook, a nome gli stessi runners, Mario Di Salvo.

“Gentile sindaco, credo fermamente che lo spirito comune nel meraviglioso gruppo dei runners palmesi, per certi versi da me fondato, sia il desiderio di condivisione e un modo alternativo di propagare nel territorio e ultimamente in ogni dove, un messaggio di sport, socialità, cultura, tradizioni, benessere e scambio che veda al suo centro tutta la comunità palmese, nessuno escluso. Semplicemente questo a mio parere poteva essere sufficiente a giustificare la concessione all’utilizzo del bene comunale, nella fattispecie i locali della biblioteca, dove celebrare non dei megalomani (espressione questa usata dal sindaco Amato in un post, n.d.r.), che si siano collocati in ambiti istituzionali, ma un semplice gruppo di appassionati cittadini che abbiano portato in alto, a Berlino, il nome di Palma di Montechiaro di cui lei è il primo cittadino. Io non conosco e non voglio entrare nel merito di polemiche con l’associazione a cui si fa riferimento, ma accetto con difficoltà i paradossali complimenti di stima, affetto, orgoglio e addirittura onore, per niente testimoniati da gesti semplici e concreti quali una piccola celebrazione, dove la sua gradita presenza sarebbe stata doverosa. Ritengo corretto in nome della verità precisare che l’invito al Galà dello sport (Sportivamente Palma, n.d.r.) non sia arrivato da lei personalmente o dal suo diretto assessore e mi chiedo se effettivamente la presenza del gruppo dei runners palmesi dovesse servire a qualche altro “protagonista”. Non da meno il fatto che il gruppo abbia indossato una maglia dai colori e messaggi forti di attaccamento e amore per Palma di Montechiaro, assolutamente a proprie spese e senza avere avuto a distanza di più di una settimana un semplice accenno di stima e ringraziamento. Ma non doveva, parole sue, attivare i suoi collaboratori per far sì che attraverso i runners palmesi, il nome di Palma di Montechiaro arrivasse ovunque? Forse sarebbe bastato una semplice biblioteca dove condividere un momento di gioia e un messaggio di futuro migliore per i nostri figli, forse sarebbe più semplice attendersi da un uomo come lei segnali di apertura e non di chiusura”