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La raccolta differenziata dei rifiuti è finalmente partita. Questo tentativo dovrebbe essere quello giusto. Quello dello svolta. Ma non possono esserci più scuse che tengano, i licatesi devono assumersi le responsabilità da cui finora sono spesso sfuggiti. La raccolta differenziata arriva da noi con oltre due decenni di ritardo rispetto al resto d’Italia e qualcosa di più rispetto al resto d’Europa dove è prassi ormai da tanto tempo (con modelli virtuosi in Germania, terra promessa per molti emigrati licatesi).

Non staremo qui ad elencare tutte le ricadute benefiche che l’avvio del frazionamento della spazzatura può portare sui costi del servizio, sulle bollette e sulle spese a carico degli utenti-contribuenti. Sono tutte cose ampiamente risapute, dette e ridette più volte. No, oggi ciò che maggiormente ci interessa è la collaborazione e una seria presa di coscienza dei licatesi. Questa è una sfida che non si può perdere, solo così si può pensare di lasciare una Licata più pulita, ordinata ed evoluta alle future generazioni.

Ecco perchè non ci sono più scuse: chi non ha i mastelli li vada a prendere al centro di distribuzione di via Gela (non può essere una scusa), chi non è ancora informato su come funziona il nuovo servizio, consulti i social, si rechi al Comune, vada negli uffici, non resti immobile sperando che qualcuno venga fin dentro casa. Forza! Non può essere una scusa il “non sono stato informato”. Non in tempi di social e di giornalismo partecipato.

Sposiamo in pieno il pensiero di Sindaco e vicesindaco. “Non c’è alcun dubbio – le loro parole odierne – Licata può cambiare soltanto con la differenziata, serve perciò la massima adesione da parte di tutti. Differenziare i rifiuti significa innanzitutto risparmiare rispetto al costo di conferimento in discarica, rispettare l’ambiente e lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore. Siamo certi che i licatesi si faranno trovare preparati a raccogliere la sfida. Siamo tutti innamorati della nostra terra, dimostriamolo”.

Ecco, crediamo sia arrivato finalmente il momento di dimostrarlo. Non possono più esserci scuse.

Giuseppe Cellura