È il piccolo partito della Rifondazione comunista a porre l’attenzione su una delle piaghe sociali più profonde e a ricordarci che esiste ancora una sinistra vigile sui problemi del lavoro e dei suoi diritti negati. Parte oggi a Licata e a Favara la raccoltadi firme per l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 138 bische annulla dirittifondamentali dei lavoratori. Il diritto (con la modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori) a non essere più licenziati senza giustificato motivo, il diritto a non essere controllati con telecamere attimo per attimo nei luoghi di lavoro. L’articolo 8 della legge 138 bis, voluta dal governo Berlusconi, scinde lavoro e libertà, irreggimenta fabbriche e uffici, cancella la democrazia e la Costituzione, rende il cittadino non piùtitolare dei propri diritti, menolibero e meno uguale. È una legge, un articolo di legge che trasferisce al sindacato il diritto del cittadino-lavoratore nel delicatissimo equilibrio tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa. In sostanza si tratta di questo: basta che il sindacato, fabbrica per fabbrica, ufficio per ufficio, territorio per territorio, in base ai rapporti di forza presenti in quella fabbrica o in quell’ufficio o in quel territorio, voti un accordo decentrato con il datore di lavoro sul controllodei lavoratori per mezzo di telecamere, e il diritto del singolo viene scippato, dauniversale diventa relativo. Non solo: anche il ruolo del sindacato ne esce trasformato, da soggetto democratico di rappresentanza a lobby di potere, aproprietario di diritti altrui. E tutto questo accade mentre si registrano quasi tre milioni di disoccupati, il poco lavoro faticosamente reperibile è sempre più precario e l’Ilva di Taranto – dove lavoro, sicurezza e tutela della salute pubblica si rivelano inconciliabili – esplode come caso nazionale. Strano che un tema così importante come l’abrogazione dell’Articolo 8 non abbia trovato spazio nel dibattito delleprimarie del centrosinistra, più interessato alle regole del ballottaggio che ai problemi del lavoro. Per fortuna c’è ancora, in questa Italia frantumata e impoverita dal liberismo, chi se ne occupa: la parte del sindacato che ritiene non negoziabili certi diritti conquistati con decenni di lotte democratiche e un partito di sinistracome Rifondazione. Protagonista a Licata nei mesi scorsi di diverse iniziative: per l’acqua pubblica, contro gli aumenti della TARSU e di altre tasse operati dall’amministrazione comunale, e ora a difesa del diritto del lavoro.
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