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La commissione consiliare sanità si riunisce domani per discutere della grave situazione all’ospedale di Licata. Ѐ auspicabile che ognuno dei suoi membri si presenti alla riunione adeguatamente informato sull’argomento. Perché il nosocomio licatese vive uno dei momenti più difficili della sua storia. I reparti sono tutti in affanno, carenti di personale medico e paramedico; con medici e infermieri stressati dall’eccesivo lavoro e palesemente insoddisfatti delle politiche aziendali.

Ma l’ospedale di Licata è una questione aperta da tempo. Ed è legata in linea generale ai tagli – di personale, prestazioni e servizi – che penalizzano un settore per i cittadini vitale come la sanità pubblica. E i cui effetti ricadono maggiormente sui meno abbienti, quelli che non possono permettersi ricoveri e cure nei centri migliori.

I disagi maggiori, in termini di attesa per le visite ma anche di carenza di personale medico e infermieristico, si registrano al Pronto soccorso. Tenuto conto dell’aumento della popolazione nel periodo estivo. Ma non è che gli altri reparti stiano meglio. Il problema del Pronto soccorso è quello di dover far fronte oltre alle urgenze anche all’assistenza da prestare ai ricoverati in astanteria. Che spesso superano il numero dei posti letti e rimangono sulle barelle nel corridoio.

Scene che nessuno vorrebbe vedere e situazioni in cui nessuno vorrebbe trovarsi. Ma è la realtà, triste e amara, del cittadino bisognoso di cure e degli operatori sanitari – in numero ridotto – che devono sdoppiarsi o triplicarsi per non far mancare a nessuno l’assistenza. L’organico del pronto soccorso di Licata prevede una copertura di otto medici. Ma sono solo tre (quattro quando va bene) ad assicurare servizio e turnazione.

Si può andare avanti così? Per quanto tempo ancora la comunità licatese dovrà assistere al depotenziamento del San Giacomo d’Altopasso? Cosa bisogna fare affinché la politica intervenga e faccia autorevolmente sentire la propria voce? E se non lo fa adesso, con le elezioni alle porte, quando lo farà? E quando i cittadini e gli operatori sanitari dovranno sentirsi in qualche modo tutelati, i primi nel diritto alla salute e all’assistenza e i secondi nella possibilità di svolgere al meglio il proprio lavoro, senza turni massacranti?

Domande che la commissione consiliare sanità allargata deve rivolgere alla classe politica regionale, all’assessore alla sanità Razza direttamente. Perché non basta più parlare con i manager aziendali. Il problema è molto più vasto. E si tratta di reperire medici formati per l’urgenza e l’emergenza. Si tratta di destinare gli ammalati nei reparti e di non tenerli per giorni nell’astanteria del pronto soccorso. Si tratta di capire se l’ospedale licatese ha un futuro o se la politica provinciale e regionale, il governo Musumeci l’hanno relegato ai margini. E si tratta infine di prendere coscienza – coscienza politica – che la privatizzazione della sanità, come di altri importanti settori del patrimonio pubblico, ha prodotto solo sconquassi.

Gaetano Cellura