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Homepage L'opinione Licata, fine corsa con il bilancio in alto mare

Licata, fine corsa con il bilancio in alto mare

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Perché non dicono la verità ai cittadini? Questa tassa sul turismo (quale turismo se in giro si vedono solo cani randagi e sudiciume?), al di là del fatto di essere ingiusta, ed eventualmente pure tardiva, è solo una trovata per coprire disperatamente voci di bilancio utili a camuffare ancora per qualche mese il fallimento del Comune. La verità è questa: mancano più di tre milioni di euro per definire il bilancio, e non sanno dove trovarli. Nascondono, pur di rimanere a galla e perpetrare la rovina di Licata, un dissesto finanziario e gestionale, così palese e grave, da non sfuggire alla vista persino del cittadino più cieco o distratto. E allora, dicano la verità: il sindaco, l’assessore alle finanze e il commissario straordinario messo lì per vigilare. Riconoscano d’aver fallito non solo politicamente, e di aver aggravato la situazione generale della città. Da tutti i punti di vista. Da anni, anzi da decenni, Licata è una città macerata dalla cattiva politica, dalla pessima amministrazione. Tre sindaci di destra, gli ultimi tre, che in realtà ne fanno uno solo. Stesso copione. Stessa musica. Una politica per l’oggi – l’ordinaria amministrazione, l’emergenza di tutti i giorni – e nessuna visione strategica. Tra un buon statista e un buon sindaco – governo della città o del Paese, governo tout court – non c’è differenza: è buono, e governa bene, chi non limita lo sguardo al presente, chi ha una visione strategica, chi sa preparare il futuro alle nuove generazioni. Soprattutto chi interpreta il governo del Paese, l’amministrazione delle città, come servizio cui è stato chiamato. Per volontà democratica o per avventura. È vero che la situazione dei comuni è generalmente disastrosa: ma il problema di Licata è nel filo di continuità politica che lega le ultime tre amministrazioni comunali. Questo non vale comunque come assoluzione per la Sinistra, che in tutto questo tempo non ha saputo essere alternativa. Vale però come condanna per l’elettorato moderato della città. Che nella partita per l’elezione del sindaco, tutta interna alla destra, non ha saputo scegliere (e in particolare nell’ultima competizione) la sua espressione riformista. Qui è il vero problema. Se destra doveva essere, vista la storia di Licata, occorreva almeno sceglierne una in grado di governare. Detto questo, non si può fare a meno di riconoscere che la situazione amministrativa attuale è senza precedenti. Definire il bilancio è impresa titanica senza trovare quelle entrate virtuali, e la tassa sul turismo sarebbe (messa oggi) una di queste, di cui era già gonfio il precedente. E bisogna dirlo alla città. Con coraggio e con senso di responsabilità. Se non lo dicono il Sindaco e la giunta, lo dica il Commissario straordinario. Insomma, qualcuno parli per il bene di tutti.

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Gaetano Cellura

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