Pubblicità

Non lamentiamoci, come siamo soliti fare. Perché di finanziamenti per il PNRR al Sud ne sono arrivati il 45,7% dei 56 miliardi finora stanziati. Nessun ritardo dunque da parte del governo centrale. Semmai dobbiamo ancora una volta misurarci in modo negativo con i problemi della nostra burocrazia. E cioè con gli organici delle amministrazioni locali e regionali non proprio ben forniti di personale qualificato nell’elaborazione, per fare qualche esmpio, di progetti di rigenerazione urbana o di potenziamento degli impianti per il trattamento dei rifiuti.

Ci voleva la pandemia per rimettere denaro in circolazione. Denaro a prestito, che dovremo restituire. Ma che, se ben investito, può rappresentare un’opportunità insperata per la nostra malmessa economia. Sulla quale peserà come un macigno anche la guerra in Ucraina. Molti sindaci hanno già avvertito il governo che con i bilanci comunali in deficit, dissestati o sul punto di esserlo, sarebbe stato per loro difficile assumere tecnici qualificati per sfruttare l’opportunità offerta dal PNRR. Ma se il governo si è mostrato sensibile all’appello dei sindaci dei comuni in crisi delle grandi città ha fatto invece orecchie da mercante per quanto riguarda la situazione finanziaria delle piccole.

E la situazione finanziaria non è il solo problema per le amministrazioni del Mezzogiorno. A bloccarne i progetti c’è anche l’enorme divario di competenze con quelle del Nord. A partire dall’età media degli addetti agli enti locali, che è di 55/60 anni al Sud e di 51 anni al Centro Nord. Per finire con il numero di impiegati laureati, che al Nord è superiore di sette punti; e con la spesa per la loro formazione, doppia rispetto a quella del Sud. Fattore quest’ultimo su cui ha influito nel Mezzogiorno la stabilizzazione del personale proveniente dalle vecchie liste di collocamento a discapito delle qualificate assunzioni per concorso.

Tra i comuni meridionali, Licata è uno di quelli da questo punto di vista messi peggio. Perché i tecnici usciti anzitempo con la Quota 100 non sono stati rimpiazzati. E perché solo ora, dopo tre anni, è stata nominata la Posizione Organizzativa dei lavori pubblici che sostituisce la figura del dirigente. Soppressa in questo dipartimento comunale come in tutti gli altri. Ma soprattutto perché il comune ha già perso, per scadenza dei termini o per la mancata approvazione del Consuntivo 2020, più d’un finanziamento che avrebbe portato lavoro e ossigeno all’economia locale. Fatto che in altre città sarebbe stato motivo di forte malcontento sociale e che qui da noi solo poche voci libere hanno sentito il dovere – politico e civile – di sollevare. Evidentemente molte cose sono cambiate, e in peggio, dai tempi (di anno in anno sempre più lontani) in cui i partiti facevano politica, i consigli comunali contavano, i sindacati organizzavano scioperi e proteste per il lavoro e lo sviluppo. Ora c’è solo il vuoto. Il vuoto politico. Ѐ vero: mai come in questo momento c’è bisogno (nel nostro come negli altri comuni del Meridione) di tecnici e di personale qualificato per sfruttare le possibilità imperdibili offerte dal PNRR. Ma se non ricostruiamo una classe politica all’altezza del compito il gap della nostra città e delle tante altre del Sud nelle sue stesse condizioni, gap nei confronti delle città del Nord ovviamente, non sarà mai colmato. E per non perdere qualche finanziamento, visti i tempi ristretti concessi dal PNRR, possiamo solo sperare in un commissariamento dall’alto da parte del governo.

Gaetano Cellura