Due anni fa, a febbraio, era quasi tutto pronto per le elezioni. Si conoscevano i candidati sindaco e si era persino in grado di fare fondati pronostici sul futuro primo cittadino. Oggi è tutto in alto mare nella politica licatese. Le consultazioni e gli incontri tra partiti e gruppi politici si sprecano. Ma nessuno è ancora nelle condizioni di mediare con successo e di cucire alleanze attorno a candidati certi. Sull’uno c’è il veto dell’altro e viceversa. Così non si va da nessuna parte e non si fanno – la cosa che più conta – gli interessi della città. Gli unici due candidati sindaco di Licata a non partecipare alla carnevalata delle consultazioni e degli incontri senza esito di questi giorni e degli ultimi mesi sono Angelo Biondi e Giuseppe Ripellino. E attorno a loro ruota sino a questo momento la scelta dei cittadini, un provvisorio sistema bipolare. Sollecitati da molti amici a scendere in campo, non hanno badato a cercare alleanze benedette da questo o quel referente agrigentino. Hanno detto sostanzialmente, ognuno a modo suo, “noi ci siamo”. Siamo disponibili a prendere in mano il destino di Licata per i prossimi cinque anni, con le nostre idee, le nostre proposte politiche, le nostre capacità. E siamo aperti a quanti – forze politiche, associazioni, semplici cittadini – credono in noi e sono disposti a sposare il nostro programma amministrativo. Un discorso più semplice di questo è impossibile. Tanto è vero che attorno alle loro candidature finora (lo ribadiamo: finora!) c’è stato fumo senza arrosto e solo sterile alchimia politica. Quella che non serve a una città priva di governo dall’agosto scorso e senza il suo sindaco eletto da più di un anno ormai. Vi sembra che ci sia ancora tempo da perdere, signori impegnati in politica? Vi sembra che Licata possa permetterselo? E soprattutto: cosa cercate in queste vostre lunghe trattative? Non si vedono demiurghi all’orizzonte. Di vacche grasse non ce ne sono più. E l’amministrazione della città comporta più oneri che onori, impegni e sacrifici non comuni. Per cui: parlate in questi vostri lunghi e ripetuti incontri di cose concrete, piuttosto che di formule politiche inquadrate sui governi nazionali o regionali. Non sono le formule o il colore politico delle coalizioni a far vincere le elezioni comunali. Insomma, sceglietene uno di candidato, al più presto, e fate come Biondi e Ripellino. Che, consapevoli dei problemi da affrontare, si sono già messi a disposizione della città. Senza tante chiacchiere.
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