Pubblicità

                Delinquenza “pulita”, produzione di denaro sporco e di operazioni finanziarie nocive all’economia reale. Questo è oggi una banca. O meglio, questo è il sistema capitalistico finanziario e “bancocentrico” che emerge dal romanzo di Walter Siti Resistere non serve  a niente. E se resistere è inutile di fronte allo strapotere della finanza, se l’abiezione ha infestato l’economia e ha mercificato l’uomo, il mondo contemporaneo, l’Occidente non più ricco, è giunto proprio a un passo dall’Apocalisse. Impregnato d’ottimismo è invece Green Italy di Ermete Realacci. Una ricetta verde per battere la crisi attraverso l’alleanza tra ambiente, tradizioni, imprese, saperi, innovazioni, senso dello Stato e dell’etica pubblica. Il libro è un viaggio dal nord al sud dell’Italia dove si ascoltano le voci di Stefano Pisani, sindaco di Pollica, per sei anni vice di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore ucciso dalla malavita nel 2010; di Gabriele Centazzo, presidente di Valcucine; di Averaldo Farri, Ad di Power One, la seconda azienda al mondo nel settore degli inverter fotovoltaici. Troviamo in questo viaggio il mare pulito, ripulito, che attira turisti a Pollica; una fabbrica a impatto zero che ricava energia dal sole, produce legno e ha come rifiuti ossigeno e foglie: il modello di fabbrica cui si ispira Centazzo; un’illuminazione pubblica tutta convertita a led, con risparmi notevoli d’energia, d’inquinamento luminoso, di costi di manutenzione. Il libro di Realacci calcola che su 600 mila posti di lavoro creati nel 2011 nell’industria e nei servizi, il 38 per cento sono posti di lavoro green. Grazie, no è l’ultimo pamphlet di Giorgio Bocca. Corruzione dilagante, schiavitù del computer, scomparsa della democrazia, crisi economica prodotta da un liberismo che non ha dato peso ai debiti sono i suoi principali temi. Ma colpiscono soprattutto i giudizi di Bocca su Marchionne, accusato di “mettere tutti al servizio della produzione, tagliare le pause, ostacolare il lavoro sindacale” e di usare “le risorse umane locali e poi trasferirsi dove al capitale conviene”.

Gaetano Cellura                                              Nella foto lo scrittore Walter Siti