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La Cisl attacca: “Operazione scandalosa”. Il Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale ha deciso l’assunzione a tempo indeterminato di sette dipendenti dei gruppi: tre del Pd, due del Pdl e due dell’Mpa

Per il segretario generale della Cisl, Maurizio Bernava, “quanto accaduto è una vergogna, perché assumere persone all’Assemblea in un momento di crisi come questo è davvero incredibile “. Per il capogruppo dell’Mpa, Nicola D’Agostino, “la scelta di stabilizzare precari è quanto meno inopportuna ed è grave che io non ne sapessi nulla”. Sindacalisti e deputati puntano il dito contro la decisione del Consiglio di presidenza di Palazzo dei Normanni che, come annunciato da Repubblica, ha stabilizzato 7 dipendenti dei gruppi: addetti stampa, autisti e segretari che lavorano alle dipendenze dei partiti che hanno eletto deputati e che adesso sono stati inseriti nel bacino dei 78 dipendenti dei gruppi pagati direttamente con i contributi dell’Ars. In sintesi, sono assunti e anche se il partito nel quale lavorano non dovesse più eleggere deputati a Sala d’Ercole, comunque verrebbero assegnati ad altri gruppi.

Tutta questa vicenda inizia quando nel 2011 scoppia la grana Udc, con l’allora capogruppo Rudy Maira che si trova con più dipendenti degli stessi deputati e chiede così un sostegno all’Ars perché ha debiti per 250 mila euro. L’Assemblea decide di concedere queste somme, ma allo stesso tempo fissa dei paletti per evitare l’ulteriore proliferare del personale. Il Consiglio di presidenza guidato da Francesco Cascio decide quindi di stilare una lista di una ventina di dipendenti non stabilizzati, cioè pagati dai partiti almeno dal 2006: l’accordo prevede che nel momento in cui vanno in pensione gli assunti all’interno del bacino dei 78, questi vengano sostituiti con i precari della lista. Martedì scorso il Consiglio di presidenza ha quindi fissato una prima graduatoria di sette che entreranno da qui a febbraio 2013 in sostituzione di altrettanti pensionati. Tra gli assunti, tre sono del Pd: si tratta di Antonello Ravetto Antinori, addetto stampa del gruppo e del capogruppo Antonello Cracolici, dal 2001 dipendente dei Ds poi Pd, di Nicola Cirrincione, autista entrato all’Ars con il deputato ex Margherita Giovanni Barbagallo e della segretaria Daniela Collarà. Due invece lavorano nel Pdl, ed entrambi con il presidente Cascio: ad essere stati stabilizzati sono l’autista Francesco Riti e la segretaria Bina Costantino. Altri due assunti sono infine dell’Mpa: Francesco Fragapane, entrato all’Ars con il deputato Giovanni Di Mauro nel 2006, e Giovanni Cacioppo, che ha lavorato con l’onorevole Armando Aulicino.

A loro sarà applicato il contratto dei dipendenti dei gruppi dell’Ars. Un ottimo contratto, che prevede due grandi fasce di reddito in base all’anzianità di servizio: fino a 45 mila euro per chi ha da uno a 14 anni di anzianità e fino a 70 mila per gli altri, anche se entrambe le soglie possono essere poi singolarmente superate grazie a bonus in busta paga, con alcuni casi eccezionali di assistenti e segretari che arrivano a guadagnare quanto un deputato. A differenza dei contratti degli statali, i dipendenti dei gruppi hanno anche scatti di anzianità biennali pari al 10 (dieci!)) per cento dello stipendio. In più hanno una indennità mensile di 600 euro al mese (se autisti) di 250 euro (se hanno l’incarico di economo) e di 150 euro (se lavorano con un computer).

Sono posti molti ambiti e tra i dipendenti dei gruppi ci sono anche deputati nazionali, come Pippo Fallica di Grande Sud (al momento in aspettativa). Non a caso gli esclusi dall’ultima infornata sono pronti a fare ricorso: “La delibera del Consiglio del 2011 prevedeva l’assunzione anche di chi aveva contratti a tempo determinato, non capiamo quindi quali sono stati i criteri utilizzati”, dice un precario. “Con l’Ars che non ha pagato gli stipendi di giugno perché senza soldi, non era proprio il caso fare stabilizzazioni in un momento in cui non c’è comparto, privato o pubblico, che non veda lavoratori perdere il posto”, dice il segretario della Cisl, Bernava, che aggiunge: “La verità è che i politici continuano nei loro privilegi assumendo senza concorso persone che in passato loro stessi hanno scelto”. Ma anche tra i deputati c’è chi protesta: “Io non ne sapevo nulla e si è tratta di una scelta inopportuna”, dice D’Agostino dell’Mpa.

di ANTONIO FRASCHILLA – La Repubblica Palermo – 8 luglio 2012