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Da Daniele Bulone arriva una lettera-appello alla comunità licatese dopo gli incresciosi fatti di sabato scorso.

Caro Sindaco di Licata, Prefetto di Agrigento, genitori e ragazzi di Licata.

Mi rivolgo a voi per avere un dialogo, un confronto, un’opportunità di impegno condiviso per migliorare la nostra città di Licata.

Sono un comunissimo cittadino Licatese. Lavoro, pago le tasse e mi godo i miei momenti liberi.

Ma ho l’impressione che da qualche anno a questa parte io, così come le persone della mia generazione (per non parlare dei ragazzini), stia smarrendo la capacità di divertirmi.

Sembra così superficiale parlare di “tempo libero”, “relax”, “aperitivo con amici”, la società va così veloce che sembra dovessimo dedicare tutte le nostre energie esclusivamente al lavoro per pagare le tasse, ma niente per noi.

Niente di più sbagliato!

La società è innanzitutto socializzazione, che banalmente fai in un locale… ascoltando della buona musica.

Ma di quali locali parliamo a Licata?
Di tutti e di nessuno.
Perché fra tutti i titolari dei locali (che ricordiamo, lavorano per pagare le tasse) nessuno di loro è rimasto immune dagli ossessivi controlli amministrativi, al punto tale da far suscitare in loro una vera e propria paura nell’essere propositivi.

E se hai un locale e non sei propositivo, non guadagni. E se non guadagni, non paghi tasse e non campi.

Gravi fatti sono successi lo scorso sabato notte. Ma ciò che non vorremmo vedere però è spostare l’attenzione sulla propositività dei locali piuttosto che sull’uso di armi bianche tra ragazzini/adolescenti.

L’animazione è l’anima di una città, senza quella la città è solo un distesa di terra con mattoni e ferro.

Preveniamo la violenza con maggiori controlli sulle zone limitrofe ai locali, le zone d’ombra sono le più ambite dai bulli e criminali.

Viva Licata.

Daniele Bulone