Nonostante le piogge autunnali nelle campagne siciliane si continua a registrare una drammatica carenza d’acqua che continua a minacciare la tenuta del tessuto economico Siciliano dell’agroalimentare. Invasi e dighe vuote o semivuote, ancora una volta, mettono in evidenza tutta la loro inadeguatezza infrastrutturale, spesso privi di collaudo e manutenzione ordinaria, dimostrando, senza tema di smentita, che la crisi idrica che sta attanagliando la Sicilia da oltre un anno e soprattutto figlia dell’incapacità di dotare questo nostro territorio d’infrastrutture idriche degne di questo nome.
Lo ha dichiarato il responsabile regionale di Legacoop Sicilia agro alimentare e pesca Domenico Pistone. Lo stesso Pistone ha proseguito, dopo la crisi della scorsa estate che ha visto diverse manifestazioni da parte di produttori, liberi cittadini e diversi sindaci, ci aspettavamo una reazione risoluta in termini di avvio, celere, di tutti quei cantieri finalizzati alla realizzazione di tutte quelle opere funzionali al contrasto della siccità e della crisi idrica, ma a tutt’oggi la situazione rischia di diventare ancora più pesante dell’anno appena trascorso.
Come abbiamo più volte sostenuto, al di là dei provvedimenti e delle risorse a sostegno delle imprese agricole, che pure ci sono stati, è la componente tempo che manca alle nostre imprese agricole ed agroalimentari, in questo senso chiediamo al Governo della regione a che punto siano gli investimenti per oltre 140 milioni di euro riservati alle reti idriche ai dissalatori ed alla rigenerazione di pozzi. I danni in agricoltura sono ormai incalcolabili e come associazioni dell’agro alimentare stimiamo circa 2 miliardi di danni subiti.

Oltre 100.000 metri cubi d’acqua al giorno vengono scaricati in mare, mentre l’agricoltura delle province di Trapani e Agrigento sta vivendo una crisi senza precedenti, paradossale, è, in tal senso, il caso della diga TRINITA’ di Castelvetrano resa non operante per problemi di sicurezza senza però programmare i necessari interventi di messa in sicurezza e manutenzione o pensare ad infrastrutture alternative vista la fragilità statica della diga.
Ed ancora diverse aziende agricole dei comuni serviti dalle dighe SAN Giovanni e FURORE denunciano una situazione che è arrivata al collasso con l’interruzione , da parte del consorzio AG 3 ,delle irrigazioni a causa dello svuotamento delle due dighe , una scelta drammatica visto che le aziende agricole di quel territorio hanno beneficiato della risorsa idrica lo scorso 10 Gennaio e che al momento sono completamente a secco , con la sciagurata conseguenza di essere impossibilitati ad effettuare il trapianto del melone retato. Una crisi quella attuale che investe anche i territori della Sicilia orientale con i produttori di arance e di altre colture ortive del Catanese che stanno patendo le stesse problematiche a causa della mancanza d’Acqua. Numerose imprese agricole e cooperative del comparto hanno fatto investimenti importanti e si trovano a dovere constatare da parte dei consorzi di bonifica silenzi e ritardi nell’erogazione che compartano problemi significativi e l’impossibilità di programmare la conduzione agricola. A tal proposito nei prossimi giorni chiederemo con il vice presidente Nazionale Legacoop Agroalimentare e pesca, Filippo Parrino, una audizione urgente presso la commissione attività produttive della regione Sicilia.