Le richieste d’aiuto alle autorità italiane finora sono state vane: nessuna nave, né militare né mercantile, è venuta in soccorso. Tutti sono impegnati a proteggere il G7, il suo regolare, tranquillo svolgimento. E in quanto all’Europa, non da ora si interessa del problema solo per ricordare all’Italia che è suo dovere accogliere i migranti. Accoglierli senza alcuna idea di come poi distribuirli sull’intero continente. Pensate, quelli che arrivano sono lo 0,1 della popolazione europea: e ci fanno paura, ci fanno parlare di “invasione”. Anche per denunciare questi problemi – l’emigrazione (dall’Africa e da altre parti del mondo) che bussa e busserà sempre alle nostre porte, le guerre, l’instabilità politica di molte aree geografiche, i danni prodotti in quelle terre dal colonialismo dell’Occidente – anche per questo, ci sono oggi movimenti che protestano pacificamente a Giardini Naxos: mentre sopra, a Taormina, i grandi della terra non riescono a mettersi d’accordo su niente. Né sul clima, né sull’immigrazione e neppure sul terrorismo (islamista) globale. E d’altra parte, che senso aveva questo inutile vertice con un presidente americano, seriamente a rischio d’impeachment, che predica protezionismo e chiusura dei confini in un mondo interdipendente? Su cosa dovevano accordarsi, sul nulla?
E sul nulla infatti si sono accordati. Questa è l’impressione. Imponenti misure di sicurezza, grandi sfilate di first lady, tavolo di discussione dove ognuno rimane fermo sulle proprie posizioni e in più, per i suoi alleati occidentali, la quasi certezza che il presidente americano passava notizie riservate alla Russia. Nello stesso tempo il Mediterraneo che li ospita si richiude su uomini, donne e bambini trattati ormai come statistiche e non come essere umani.
Gaetano Cellura