Resto al Sud è uno dei bandi maggiormente apprezzati e destinati agli imprenditori che desiderano fare impresa e lanciare un’attività propria nel Mezzogiorno d’Italia. Come suggerisce il nome, il bando punta a far restare al Sud gli imprenditori che desiderano far fiorire attività nel loro territorio, senza necessariamente emigrare o cercare fortuna altrove lontano dalla loro casa.
Con il Decreto coesione del 1° maggio 2024 è stata introdotta una nuova misura, Resto al Sud 2.0, che possiamo definire una sorta di evoluzione di Resto al Sud che resta comunque in vigore. Il bando è riservato agli imprenditori delle regioni del Sud, come Sicilia, Sardegna, Molise, Puglia, Campania, Calabria, Abruzzo, Basilicata e tutte quelle regioni dell’Italia centrale che sono state duramente colpite dai terremoti nel 2009 e nel 2016.
Il nuovo bando Resto al Sud 2.0, sempre di Invitalia, punta a stimolare ulteriormente l’autoimprenditorialità dell’Italia nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’imprenditoria locale in genere fa più fatica a decollare.
Ma nello specifico cosa cambia? I cambiamenti più rilevanti, per quanto riguarda Resto al Sud 2.0, comprendono sicuramente l’agevolazione economica, che precedentemente copriva il 100% del totale del programma di spesa, prevedendo un mix di finanziamento a tasso agevolato e contributo a fondo perduto.
Con Resto al Sud 2.0 il contributo copre invece il 75% del programma di spesa per importi compresi tra 20.000 e 120.000 euro, e il 70% per importi compresi tra 120.000 e 200.000 euro, completamente a fondo perduto. Sono inoltre previsti voucher da 40.000 euro per servizi di avvio d’impresa, consulenza e marketing e voucher da 5.000 euro per tutoraggio e supporto nella compilazione della domanda.
A tal proposito chiunque desiderasse approfondire il discorso sul tema e avere a disposizione un team di consulenza può consultare il portale Restoalsudcontributi.it, dove richiedere eventualmente anche un affiancamento per la pratica guidato da Gaetano Longobardi.