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La diatriba tra le aziende sanitarie provinciali (e i suoi uffici) e i medici di base è terreno di scontro anche a Licata. Molti dei dottori mutualisti sono passati alle vie di fatto e (anche per mettersi le carte a posto in caso di eventuali strascichi) hanno scritto all’Ufficio di Igiene Pubblica e all’Asp di Agrigento per richiedere l’esecuzione di un maggior numero di tamponi rinofaringei volti a “smascherare” eventuali portatori asintomatici di Sars Covi 2 o a certificare l’eventuale contagio. A sentire i medici di base, i tamponi eseguiti a Licata (e negli altri Comuni della Provincia la discordanza in termini numerici non è elevata) servono più screening anche preventivi. Un dato su tutti sembra dare ragione a questa tesi: nella settimana che sta per chiudersi a Licata è stato eseguito un solo tampone. Quello sul bambino di undici mesi arrivato mercoledì al San Giacomo d’Altopasso con la febbre a quaranta che si è poi fortunatamente rivelato un falso allarme visto che l’esito è stato negativo. Un po’ poco per una popolazione elevata come quella licatese.