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sicilia_seduta_inaugurale_ars_seduta_3_ansa_1È una disfatta per Crocetta e la sua maggioranza, ammesso ne abbia ancora una. Passa all’Ars l’emendamento dei Cinque Stelle, fatto proprio dall’intera opposizione e votato da cinque franchi tiratori della maggioranza. Era l’emendamento per l’abolizione del primo articolo della nuova legge sulle province: quello dell’istituzione dei liberi consorzi, che ne costituisce l’impianto. Non piace a nessuno questa legge. In tanti, compresi i sindacati, si sono espressi contro. E lo hanno fatto pubblicamente. Mettendo il risalto il caos che vivono e continuerebbero a vivere questi enti intermedi, considerati fonte di enormi sprechi.

Ma perché nascondersi dietro il voto segreto? Possibile che non si abbia il coraggio di esprimere alla luce del sole il proprio pensiero. La legge non vi piace, signori franchi tiratori? E ditelo. Dite perché. Altrimenti si potrebbe pensare che il vostro voto segreto nasconda ben altro: un incarico non ricevuto, un favore negato.

Insomma un interesse personale da far valere su quello pubblico. E l’interesse pubblico è oggi appunto il caos che regna negli enti da sopprimere, da tempo commissariati, e il futuro di molti dipendenti che non sanno ancora quale ramo della pubblica amministrazione dovrà assorbirli.

Due i dati politici rilevanti. Il primo riguarda la vittoria in aula del M5S, un premio alla sua coerenza. Il secondo è il tracollo della maggioranza. Che può essere il preludio alla fine di una gestione politica dell’Isola piena di forti contrapposizioni, di scontri tra il Governatore e il Pd e tra il Governatore e il premier Renzi. Alla fine il risultato, dopo due anni di sterili discussioni, è la proroga dei commissari.

Né passi avanti né passi indietro. La Sicilia resta al palo.

(g.c.)