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La parola scritta come strumento terapeutico

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Consegna la parola scritta (che anche mezzo di riscatto, di rinnovamento, di scoperta, di cambiamento e di perdono) un tipo di potere, quello di sentire, non avendo né regole né misure, poiché scrivere ci rende liberi, ci permette di contattare se stessi, aiutando a diventare più consapevoli, garantisce uno sfogo, ed è capace di creare effetti risanatori. Il consiglio è di partire da una esperienza istintiva, tradotto: scrivere ciò che si sente arrivare in quel momento. Il secondo step è invece, contemplare la natura, gli altri, un luogo affollato o un deserto. Insomma scrivere sempre e rileggersi per comprendersi ed evolversi. È come se volessimo presentarci a persone sconosciute, aiutandoci a leggere chi siamo. Ascolta il tuo linguaggio. È anche la parola scritta il tentativo di ripristinare una presenza, di riattualizzare qualcosa. La poetessa Maria Lusia Parazzini scrive a questo riguardo: “all’inizio venne lo scrivere per essere vista, poi venne lo scrivere per vedersi con i propri occhi”. In merito la Dottoressa Licatese Viscuso nel suo libro “Percorsi di consapevolezza. – la resilience delle parole, di recente pubblicazione, indaga i benefici e la trasformazione che la parola scritta produce nella nostra natura fisica, emotiva e mentale e presenta il metodo autobiografico, la bioscrittura e la mindful writing come tecniche utili ad incanalare l’evoluzione dinamica delle memorie passate allo scopo di guarire le ferite emotive e vivere con consapevolezza una esistenza libera e appagante.

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Salvatore Cucinotta

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