incontro pro CUPA (Medium)Solo quattro i Comuni presenti martedì scorso nell’aula consiliare di Palma di Montechiaro nel primo degli incontri tra amministratori locali finalizzato a salvare il Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento, anche tramite l’intervento economico dei Comuni stessi. Oltre il sindaco di Palma, Pasquale Amato, hanno partecipato all’incontro anche il sindaco di Campobello di Licata, Gianni Picone, il vicesindaco di Porto Empedocle, Salvatore Scimé, e l’assessore alla Pubblica istruzione di Cianciana, Filippo Cicchirillo, oltre ad alcuni rappresentanti degli studenti.

Ad aprire i lavori è stato il sindaco Amato, che ha solidarizzato con gli studenti ed evidenziato le criticità che deriverebbero dalla chiusura del CUPA. Amato ha spiegato le assenze di molte amministrazioni comunali con i problemi economici che assillano gli enti, anche a causa delle scelte del governo nazionale, e si è dichiarato disponibile ad imporre una tassa di scopo di 50 centesimi a cittadino pur di garantire il diritto allo studio, consapevole, comunque, che si tratterebbe di un palliativo e che soltanto l’intervento della Regione potrà essere risolutivo. Dopo quello di Amato è seguito l’intervento dell’ispiratore dell’ incontro, il consigliere comunale palmese Antonino Volpe che, dopo un breve excursus sulle cause che hanno reso necessario il tavolo di confronto, ha esposto la proposta redatta assieme agli studenti del CUPA e alle associazioni universitarie “Intesa Universitaria” e “UniXcento” che prevede: da un lato, l’intervento economico dei Comuni con piccole somme, tramite la costituzione di un soggetto giuridico di diritto privato, in modo da bypassare i limiti intrinseci allo statuto del CUPA, che prevede un conferimento minimo di 5.126,20 €; e dall’altro di sfruttare lo stesso strumento giuridico per esercitare pressione nei confronti dei deputati regionali che sono gli unici, tramite la finanziaria regionale, in grado di far arrivare ad Agrigento i fondi necessari al mantenimento dell’università.

Sono seguiti gli interventi del vicesindaco di Porto Empedocle, Salvatore Scimè, che ha ricordato ai presenti che il suo Comune sia già socio del CUPA ed evidenziato la necessità che siano definite nuove finalità del consorzio che deve puntare su poche discipline che abbiano un reale collegamento con il territorio; dell’assessore all’istruzione del Comune di Cianciana, Filippo Cicchirillo, che ha proposto di rendere itineranti i tavoli di concertazione per coinvolgere altre amministrazioni; e del sindaco di Campobello di Licata, Gianni Picone, che, pur nelle difficoltà finanziarie in cui si trova il suo ente, ha fatto sapere che lotterà a fianco degli studenti. Non sono mancati neppure gli interventi degli studenti. Danila Argirò di Ravanusa ha evidenziato che la partenza dei tre mila studenti al CUPA, oltre ad impoverire economicamente la città di Agrigento, non potrebbero essere assorbiti dall’Università di Palermo, e ha proposto un finanziamento collettivo, chiamato crowdfunding, che si promuove soprattutto nel web. Tra gli studenti è intervenuto anche Davide Borzoee di Favara che ha ricordato la fase di declino che il polo universitario sta subendo dal 2000 quando era considerato eccellenza nel Mezzogiorno. Infine, il consigliere palmese Giulio Castellino, nel garantire il proprio contributo, ha addebitato le responsabilità di questa situazione al governo regionale reo di avere abolito le province. Tutti gli intervenuti, comunque, hanno concordato sulla necessità di un intervento concreto da parte della Regione, che deve decidere se stare dalla parte della cultura o meno.