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sindaco puntoAncora con la storia del complotto. Il sindaco Angelo Graci l’ha ripresa in televisione, presente mezza giunta. E il cognato Paolo Licata, assessore in carica, gli ha fatto eco parlando di una “regia occulta” che ha condizionato la vita democratica di Licata durante e dopo le elezioni comunali del 2008. Il resto della trasmissione televisiva di Licata Nuova TV è servita al sindaco per annunciare in diretta la sua ricandidatura, per dire che nessuno dei tanti suoi sfidanti è all’altezza del compito, per dare qualche assicurazione agli operatori ecologici precari, per ripetere, sia lui che il vicesindaco Avanzato, di aver trovato un Comune indebitato e di averlo risanato, per fare allusioni a questo o a quello e per dire spesso: “qualcuno, qualcuno…”. “Qualcuno vorrebbe… Come qualcuno dice…”. Modo reticente di parlare da parte di un uomo delle istituzioni. I nomi o si fanno o niente. E le allusioni sono ammesse, ma bisogna saperle intercalare nel discorso senza farle apparire come tali. Ma perché è grave la storia del complotto o della regia occulta? Intanto, perché il Sindaco è uscito assolto in primo grado dalle vicende di cui era accusato. Fine. La magistratura gli ha dato ragione e quindi è un discorso al momento chiuso, che non interessa le sorti future della città. I cittadini vorrebbero sentir parlare d’altro. Di programmi e di come creare prospettive che aiutino Licata a superare questo difficilissimo momento. Ma è grave soprattutto perché, pronunciate da uomini delle istituzioni, parole come “complotto” o “regia occulta” insinuano, nell’opinione pubblica e nei cittadini che a fine maggio saranno chiamati a votare, il dubbio che davvero a Licata la politica si sia fatta con armi estranee alla democrazia. Non solo: ma ve la immaginate una campagna elettorale in cui si parla di complotti, di regie occulte e di una democrazia locale putrescente al posto dei veri problemi e di come risolverli? Bisogna invece dare speranza a questa nostra città. Parlare di cose concrete e su quelle confrontarsi. Finirla con le allusioni. Con i qualcuno dice,  qualcuno fa, qualcuno vorrebbe. Ben vengano anche trenta candidati sindaco se hanno senso delle istituzioni, parlano di cose concrete e solo di quelle. E se hanno idee importanti e realizzabili per Licata.

Gaetano Cellura