E’ difficile muoversi tra le macerie ambientali, politiche e istituzionali di questa nostra – cliché di cui mi scuso – amata città. Ѐ difficile, inaccettabile e sconfortante muoversi tra cumuli d’immondizia nei pressi delle scuole, nelle strade più centrali e in quelle delle periferie (queste ultime da tempo abbandonate al proprio destino).
Licata non ha mai vissuto un momento di inciviltà totale come questo. Giunta comunale assente, ufficio di igiene pubblica non pervenuto, autorità pubbliche che di fronte allo squallore, al colpevole disastro (cui anche noi cittadini stiamo dando un vergognoso contributo) si voltano dall’altra parte, non sentono l’urgenza di vedere cosa sta succedendo, di chi sono le responsabilità di un servizio, quello della raccolta differenziata, che se prima non decollava, funzionava a stento, ora è arrivato al suo limite estremo di inefficienza.
E non è, a questo punto, solo questione di inciviltà. La nostra. L’inciviltà di chi abbandona senza ritegno e remora l’immondizia nelle strade, di chi quasi prova godimento a rendere sempre più ampi e alti i cumuli di immondizia non raccolta aggiungendovi giornalmente l’ennesimo sacchetto di spazzatura e trasformando così alcuni quartieri e zone della città in discariche a cielo aperto.
Ma non è solo questo. C’è un aspetto istituzionale da tirare in causa. E chiederci perché da parte dell’Ufficio di igiene pubblica non viene dichiarato l’allarme sanitario. Cosa aspetta a farlo di fronte a scene di seria preoccupazione ambientale e sociale come quelle che si vedono?
Più serio ancora si mostra l’aspetto amministrativo e politico del dominante dossier della Differenziata. A incominciare dal modo con cui è stato privatizzato il sevizio della raccolta e della pulizia urbana. Forse qualcosa (più di una in verità) non ha funzionato a monte e non si è provveduto, probabilmente a causa di alcuni vincoli capestro accettati e sottoscritti dalla parte pubblica contraente, ad aggiustarla strada facendo (per dirla con Baglioni).
Il fatto è che se qualcosa non funziona e per di più produce disastri che sarebbero inenarrabili se non fossero sotto gli occhi di tutti, qualcuno deve risponderne politicamente. Viceversa nessuno parla, e soprattutto il sindaco dovrebbe farlo; nulla trapela dalle stanze del potere; e nessun’altra autorità si muove, magari per non dare ancora alla città l’illusione di non trovarsi nel più completo abbandono.
Gaetano Cellura