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Carmen Scirè ha tirato un bilancio dell’edizione 2022 di Sanremo appena conclusa con la vittoria di Mahmood e Blanco.

Partiamo con il dire che il Festival quest’anno mi è piaciuto, e anche tanto.
No tranquilli, non ho battuto la testa, né bevuto superalcolici. Forse, semplicemente, con l’età si diventa più buoni, ma credo possiamo dire si tratti del miglior Sanremo degli ultimi 20 anni, fatta eccezione per l’eccessiva lunghezza delle serate.
Peraltro ci ha pure salvato dal ritorno delle conte giornaliere sui dati Covid, che per una settimana erano state sostituite nei TG dall’elezione al Quirinale.
Partendo dalle cose positive, la bella notizia è che finalmente è tornato il pubblico, con l’interazione, le standing ovation, i fischi e gli applausi ad accompagnare il momento classifica. Ed è subito: ma dov’è il Covid? Niente posti a sedere alternati, o capienza ridotta, mi dovranno spiegare perché si negli stadi – all’APERTO- e non nel piccolissimo Ariston.
Che poi, sul palco baci e abbracci, niente mascherine e…. nessun positivo se non un paio di operai e accompagnatori?? Nonostante Fiorello (8.5) abbia da subito voluto raccontarci di accurati e ripetuti tamponi estrai- cervello, la sensazione è che fossero fake, perché è statisticamente impossibile che nessun cantante, ospite, conduttore sia risultato positivo. Ovunque ti giri in Italia e in Europa fioccano i positivi, ma a Sanremo, no. Saranno mica i fiori? Facciamoli analizzare da Burioni e Co, magari si scoprirà la cura definitiva. Ma scherzi a parte, una cosa mi è chiara: altro che zona rossa o arancione, Sanremo è, per legge, zona (Covid) Franca.
Bello lo show, belle le canzoni, a parte 3-4 cantanti (se così li possiamo definire) di cui avremmo volentieri fatto a meno, noi e le nostre orecchie.
Un podio che attraversa tre generazioni, tanti momenti di spettacolo, a parte qualche tentativo di monologo intellettuale forzato, e un bellissimo omaggio a Raffaela Carrà, che abbiamo iconicamente visto allontanarsi sulle scale, con una valigia in mano.
Rimane solo da chiarire il ‘Giallo della riviera’, con la Ferilli (6) che insulta qualcuno (Amadeus?) fuori onda, e un video in cui la vediamo ritrarre la mano al conduttore, modello Melania/Donald Trump sulla scaletta dell’aereo. Ma ci assicurano che i RIS faranno chiarezza una volta arrivati sul posto.
Il tutto è stato premiato da ascolti record, migliori anche dell’edizione con il lockdown, che obiettivamente ne favoriva la visione in mancanza di alternative fuori casa. Benissimo anche il Fantasanremo protagonista del Festival, con i cantanti che hanno fatto e detto cose senza senso, pur di accaparrarsi punti utili alla classifica. ‘First reaction choc’, poi valore aggiunto dello show, tra una Papalina, un saluto alla Zia Mara e qualche capezzolo in vista di troppo (vestitevi, che è meglio).
Ultima menzione per la Serata cover – la migliore degli ultimi anni- un vero spettacolo per un Ariston in visibilio, con le grandi emozioni che solo la musica sa regalare, italiana e non.
Passando al cast, e non potendo dare spazio a 25 cantanti più decine di ospiti, facciamo una selezione, non prima di ringraziare Iva Zanicchi (6.5) e Massimo Ranieri (6.5) per la loro highlanderiana presenza, Emma (7) per il look, Laura Pausini (ma anche Giusy Ferreri (4), Dargen D’Amico (e Noemi (6.5) perché mi stanno simpatici. Ditonellapiaga e Rettore (7.5), bella la canzone, che sentiremo a lungo, ma pare che tra le due dietro le quinte non ci fosse tanta ‘Chimica’! Infine Ornella Muti a ‘Chi l’ha visto’ (4), insieme a Lorena Cesarini (4), entrambi errori di Amadeus, a differenza della Giannetta (7.5).

Ma andiamo con il PAGELLONE:

La Rappresentante di lista 7
Non siamo ai livelli dell’anno scorso, ma la canzone sarà un tormentone che balleremo per tutta la stagione, culo (cit.) incluso. Anche se dopo il pugno levato al cielo a fine esibizione abbiamo capito che il vero titolo della canzone era (Bella) Ciao Ciao.
CASA DE PAPEL

Maneskin 9
Dopo il trionfo a Sanremo, il bis a Rotterdam, i tour in giro per il mondo, il successo negli USA, Marlena è tornata a casa, e a noi è piaciuto tanto.
ITALIANS DO IT BETTER

Elisa 9
Fuoriclassifica, ma lo sapevamo già. Voce stupenda, talento cristallino. La canzone non era tra le sue migliori, e forse nemmeno il look da Legolas (o Arwen) della riviera, ma tanto basta per confezionare la migliore performance canterina. E che dire, poi, di ‘What a feeling’? Ho ancora i brividi per la sua straordinaria interpretazione. Elisa che canta in inglese, non la batte nessuno, una Luce nello show-biz italiano, che avrebbe meritato la vittoria.

FUORICLASSE ELFICA
Rkomi 3
Mi perdoneranno i giovani, ma vi prego spiegatemi perché il suo album è primo in classifica, featuring a parte. Eppure la domanda sarebbe semplice: perché fare il cantante, se non sai cantare? Ci sono tante alternative al mondo! Ma visto il successo, avrà altre qualità a me non ancora note. Capisco i nuovi generi e le mode, ma parliamo di uno che venerdì sera è riuscito a distruggere Vasco Rossi. Chissà cosa avranno pensato i maestri dell’orchestra. Insomma, altro che Insuperabile.
MISTERO DELLA FEDE

Checco Zalone 8
A volte volgare, e non sempre politically correct, con la sua ospitata regala una fotografia lucida e feroce del nostro tempo. Le due canzoni, Poco Ricco e Pandemia ora che vai via, con il maestro ‘Virrussicchio’, sono geniali e frutto di una comicità intelligente.
CECCHINO

Gianni Morandi 10
Ad averci la sua vitalità, come nella serata di venerdì. Ha vinto facile con Jovanotti (perché cantare sé stessi non è fare cover, ma gli vogliamo bene. Il ritornello della canzone è super catchy, durerà per tutta l’estate, insieme a Ciao Ciao e Dove si Balla. Il vincitore morale della kermesse, si è speso in gara con l’energia e l’umiltà di un ragazzino, dopo aver condotto per due volte il Festival, e saltellando all’una di notte a 77 anni, quando gli esseri mortali – inclusi i ggiovani-dormono.
Apri tutte le porte, sì, della macchina del tempo.
MONUMENTALE

Drusilla Foer 9
Grande personaggio teatrale, inutile perdersi in gender-polemiche please, ironico, anche tagliente ma con tanta eleganza.
La migliore co-conduttrice del Festival, tiene il palco, non è lì a fare la bella statuina, non esagera. Peccato per il monologo a notte fonda, ma mamma Rai aveva già rischiato con l’apertura battesimale di Achille Lauro (7), blastata dall’Osservatore romano.
CHIC

Ana Mena 2
Mi chiedo ancora in base a quale criterio abbiano selezionato questa cantante, che avrebbe dovuto rappresentare la quota latina del festival. Operazione di scarso, scarsissimo successo. Basti dire che a confronto Lola Ponce è Whitney Houston.

Cesare Cremonini 9
Non è tra i miei artisti preferiti, ma la sua performance è stata bellissima, un talento forse dimenticato negli anni, a causa di qualche difficoltà, ma pronto a tornare in maniera dirompente sulla scena musicale italiana, rigorosamente in sella ad una Vespa.
LAZZARO

Mahmood e Blanco 9
Ricorderemo questa edizione anche per la prevedibilità dell’esito finale, la classifica non ha subito scossoni e i favoriti dei bookmakers hanno, per una volta, trionfato anche il sabato sera. Brividi è la canzone con la melodia più forte, l’immancabile canzone d’amore sanremese cantata in duo. Ma per la prima volta abbiamo una ‘Non Amarmi’ cantata da due uomini. Segno, vincente, che il Festival vuole essere al passo con i tempi. Blanco è un talento naturale, che da oggi può vantare una vittoria all’Ariston a soli 18 anni. Mahmood, invece, si conferma un cecchino, due vittore su due partecipazioni, Mattarella style.
Look discutibile a parte, vittoria comunque meritata, anche se avrei preferito Elisa.
SUPERFAVORITI

Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus 9
Lui non mi piace tanto, men che meno i suoi, bruttissimi, ‘Soliti ignoti’. Ma devo dare a Cesare quel che è di Cesare: questa volta è il suo Festival della consacrazione. È riuscito a dare il meglio di sé, dirigendo la baracca con precisione, brio, azzeccando un cast per tutte le stagioni/età e, in definitiva, offrendoci un vero spettacolo, piacevole e in qualche occasione di livello, il varietà del 2022. Ha fatto delle scelte coraggiose e vincenti, altre forse meno, guidato dal politically correct, ma nel complesso ha registrato ascolti record, anche senza uno straccio di ospite internazionale che possa dirsi tale e senza alcuna polemica alla Bugo/Morgan a tenere alta l’attenzione del gossip. In buona sostanza, il Festival lo ha vinto lui.
PIPPO BAUDO