Un medico di grande cultura, che amava i bambini e la sua professione di primario di pediatria. Che amava la famiglia e la sua adorata moglie, la professoressa Sara Napoli. E che amava la sua città, cui ha dedicato un bel libro Licata, una città che muore nel silenzio e di cui è stato sindaco nei primi anni novanta.
Apprendiamo con sommo dispiacere della morte del dottore Vincenzo Marrali. Una figura che mancherà alla città. Perché fin negli ultimi tempi non le ha mai fatto mancare la sua attenzione, la partecipazione al dibattito pubblico nel quale eccelleva per l’eloquenza e la passione politica e civile.
Pur dedicando alla professione il massimo dell’impegno (è stato primario di pediatria a Gela e a Licata), il dottore Marrali ha trovato il modo di seguire le vicende politiche licatesi sin dalla partecipazione al Comitato per l’acqua negli anni sessanta, poi da commissario della Democrazia cristiana. A metà degli anni ottanta ha profuso il massimo impegno contro l’istallazione della centrale a carbone a Torre di Gaffe. E si deve a lui precipuamente se quella battaglia a protezione dell’ambiente ha dato i suoi frutti positivi. Nel 1985 e nel 1990 è stato eletto consigliere comunale nei Verdi e poi nella lista Faro. Quell’ultima elezione gli ha permesso di diventare sindaco di Licata col sostegno di quasi tutto il consiglio comunale. Nel 1991 ha introdotto il comizio di Achille Occhetto in una piazza Progresso gremita come non mai. Nel 1992 ha corso per l’elezione al Senato con la Rete di Orlando. Un premio che avrebbe senza dubbio meritato. La redazione di Licatanet esprime alla famiglia del grande medico licatese le più sentite e doverose condoglianze.