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Tra qualche giorno inizia nel comprensorio produttivo di Licata e Palma di Montechiaro, circa 1500 ettari in totale, la campagna di raccolta del melone cantalupo.
Inizia in piena emergenza sanitaria a causa della pandemia CoVid-19, che ha costretto l’Italia così come altri stati europei ad adottare provvedimenti drastici. Tra questi, si ricorda la limitazione della circolazione dei mezzi e delle persone, con intere famiglie costrette a stare a casa in attesa che si blocchi il contagio.
La produzione porterà sul mercato italiano ed europeo circa 270.000 quintali di melone con una raccolta scalare e, a partire dalla prima settimana di Aprile, crescerà con punte di raccolta più consistenti nella prima decade di Maggio.
Si tratta di prodotti sicuramente di pregio: varietà long life, con una buona tenuta post raccolta variabile da 5 a 8 gg e un grado brix variabile da 14 a 18.
Alla luce dell’attuale situazione di emergenza, desidero fare alcune considerazioni e dare il mio modestissimo contributo di tecnico ed operatore commerciale del settore, con una lunga esperienza maturata sul campo.
In particolare, mi rivolgo a tutti i protagonisti della filiera, produttori, commercianti, cooperative, consorzi, grande distribuzione, organizzazioni professionali, sindacali, istituzioni politiche, comune, regione e governo nazionale e, non per ultimi, i consumatori finali.
In questo periodo senza precedenti, i prezzi della frutta sui mercati hanno avuto un andamento particolare: buono, se non ottimo, per la frutta a lunga conservazione (tra cui mele, pere, arance), mentre la fragola, caratterizzata da una tenuta post-raccolta particolarmente breve, ha subito un calo.
Ciò è da imputare non tanto alle qualità e alle quantità immesse sul mercato ma alla sua peculiarità di frutto da consumare subito.
Di conseguenza, le famiglie, costrette a stare a casa per diversi giorni, preferiscono acquistare frutta più duratura.
Il melone, come frutto di stagione con le nuove varietà, ha allungato i tempi del consumo post raccolta. Conseguentemente, va a collocarsi in una posizione intermedia tra le arance, pere e mele e la fragola.
Le dinamiche della formazione del prezzo di un prodotto sono tantissime: influiscono la qualità, le quantità immesse anche dagli altri centri di produzione, le condizioni ambientali (ricordiamoci come l’andamento climatico nella passata campagna specialmente nelle zone di consumo con freddo e pioggia continua ci è stato sfavorevole), le condizioni socioeconomiche dei consumatori ma soprattutto la politica di marketing nel momento particolare di difficoltà.
Su questo punto, in un mercato libero ed aperto, dove il mondo della produzione molto spesso viene penalizzato, desidero porre la proposta di un intervento di mediazione sostenuto dalla politica locale, regionale e ministeriale.
Tutte le figure della filiera potrebbero e dovrebbero discutere e convenire, in una contrattazione alla pari, degli interventi volti a sostenere, con un battage pubblicitario notevole, il Melone Cantalupo di Licata, come frutto di stagione che possa entrare nelle case dei consumatori italiani e stranieri con prezzi competitivi che garantiscano la giusta ricompensa a tutti gli operatori coinvolti nel processo.
Il mio contributo è per la nostra collettività, consapevole di non essere depositario di nessuna verità e certezza.
In una situazione in cui viene meno, purtroppo, alcuna strategia organizzativa, desidero però stimolare interventi, proposte e magari soluzioni, ascoltando tutti umilmente per creare, senza perdere tempo, un’iniziativa unitaria di tutto il nostro comprensorio. Licata Capitale d’Italia del Melone Cantalupo precoce.

Paolo Iacopinelli