di Gaetano Cellura – Quanto ci manca uno statista come Willy Brandt. Quanto manca a quest’Europa e alla sua sempre più marginale socialdemocrazia. Era stimato a Ovest e capace, con la sua Ostpolitik, di parlare all’Est. Guardava lontano, e come De Gasperi prima di lui. Altro leader di un paese sconfitto, il presidente De Gasperi seppe chiedere senza umiliarsi. Avevano entrambi quella che oggi si dice “la postura”. La postura politica che non hanno mostrato né Von der Leyen né il laburista Starmer di fronte a Trump, nuovo padrone del mondo. E all’Unione questa mancanza di postura sulla vicenda dei dazi americani costerà in pochi anni un importo dell’ordine del Pil italiano, 2400 miliardi di dollari. Con la nostra Meloni che giudica “positivamente” il trovato accordo.

Certo, ogni contesto fa storia a sé. Certo, la sottomissione europea non nasce ora. Ma trova le sue cause recenti nell’incapacità dell’Unione di diventare una Federazione. Cosa che la rende più vulnerabile, più esposta ai ceffoni di Trump. 

Dunque è ora, e dal mio punto di vista persino tardi, che i socialisti in Europa, se ancora ce ne sono e se ancora ne servono alla causa dei lavoratori sui quali maggiormente si abbatterà la recessione prodotta dai dazi al 15 per cento, rivedano le proprie posizioni. E riconoscano quanto sia sbagliata questa alleanza ibrida con le destre europee a sostegno della Von der Leyen. Siano le socialdemocrazie europee meno liberali e ritrovino la loro lontana ragion d’essere. Perché non ha senso ed è pure controproducente  condividere politiche nell’Ue con partiti vassalli del trampismo.