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Le organizzazioni sindacali non ci stanno e respingono al mittente le accuse piovute sui dipendenti comunali nelle sedute di Consiglio comunale del 2 maggio e 1 Giugno. Ecco la nota sottoscritta da tutte le segreterie sindacali.

Con le sedute consiliari dello scorso 2 maggio e 1 giugno, gli attivi partecipanti hanno deliberatamente attuato tutta una serie di comportamenti, autolesionistici, sfociati nell’elezione del personale dipendente quale capro espiatorio dell’attuale condizione polito-amministrativa in cui versa il Comune di Licata, stante le dichiarazioni rese dagli stessi. Le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL, CSA e UGL non possono esimersi dal non esprimere il proprio disappunto sull’odioso e orribile orpello cucito artatamente sui dipendenti comunali. La realtà è diversa. Le critiche sollevate, pubblicamente, sono state non veritiere e inopportune. I dipendenti comunali meritano rispetto per il lavoro che da anni e sotto organico svolgono in condizioni oggettive e logistiche pietose, in assenza di ogni ben che minimo percorso di aggiornamento formativo, privi di alcun punto di riferimento direzionale, con carichi di lavoro disparati e palesemente eccessivi. Un amministratore non dovrebbe confondere né assimilare il ruolo del factotum con quello dei dipendenti che sono, invece, il cuore pulsante dell’intera macchina amministrativa e che esplicano le loro funzioni, così per come richiesto dalla legge, per competenza, così per come, tra l’altro, sottolineato dal Segretario Generale durante la seduta consiliare svoltasi lo scorso 1 giugno. Nel ricordare che il termine pubblica amministrazione evoca sia l’attività dell’amministrare pubblico, sia gli apparati titolari di tale funzione, si precisa che l’aula del consesso civico non è un luogo ove dare dimostrazione in pubblico del proprio “talento” o peggio ancora dove denigrare l’immagine della Pubblica Amministrazione e realizzare, con la divulgazione, un concreto e certo danno di immagine per lo stesso Ente, figura di matrice giurisprudenziale. La critica sindacale che qui esprimiamo con fervore è mirata a porre un freno all’agire dell’Amministrazione comunale, spesso irrispettosa della dignità e professionalità dei lavoratori, che, consapevole dell’attuale disastrosa condizione dell’Ente, tenta, ignobilmente e violentemente, di scaricare ogni responsabilità sul personale dipendente.
Il quadro che si delinea oggi nella pubblica amministrazione è chiaramente negativo ed emblematico risulta il caso del Comune di Licata. Dalla modifica dello Statuto comunale che ha abrogato la dirigenza, alla reiterata e pseudo rivisitazione/riorganizzazione delle macrostrutture dell’Ente, alla inefficace ed inefficiente applicazione distorta della mobilità interna prescindendo dalla definizione chiara e precisa dei criteri regolatori, dalla finalità applicativa, da specifiche esigenze organizzative necessarie a fronte di cambiamenti strategici dettati da una oculata programmazione e precisi obiettivi funzionali alla cosa pubblica. Tutto questo si consuma in un particolare momento che vede l’Ente annaspare nella deliberata procedura di riequilibrio finanziario volta a scongiurare, a dir suo, la più grave situazione di dissesto finanziario e al mantenimento della gestione della crisi che rimane, pertanto, affidata agli organi ordinari dello stesso. Una procedura di riequilibrio che con l’operato taglio del 70% delle risorse destinate alla contrattazione decentrata ha pesantemente penalizzato dipendenti e servizi privi di dirigenti, ossia di quelle figure altamente professionali che sono preposti per Legge a tutte le attribuzioni gestionali. La responsabilità gestionale, ed in particolare quella che dovrebbe incombere sui dirigenti, ossia di coloro che dovrebbero essere in grado di saper utilizzare le risorse umane, finanziarie e strumentali nel rispetto delle regole cui è improntata l’azione della P.A., è cosa diversa dalla responsabilità amministrativa. Si tratta di una constatazione forse ovvia, ma che la delineata azione politica ha di certo pretermesso non considerando la culpa in eligendi. A questo punto è lecito domandarsi se una gestione surrettizia da parte della giunta comunale, mascherata dietro a delibere d’indirizzo che entrano nel dettaglio gestionale, sia legittima e conforme allo schema organizzativo previsto dalla normativa di settore. La risposta non può che essere negativa. Indirizzare significa indicare i punti di arrivo, fornendo i mezzi per raggiungerli ed elaborando un progetto di ampio respiro e durata. Quando, invece, dal progetto si passa al piano d’azione o all’identificazione concreta dell’obiettivo si sconfina dall’indirizzo alla gestione. Le riforme tutte si servono dello strumento strategico della digitalizzazione e l’Amministrazione comunale bene farebbe a perseguire tale direzione anziché disconoscerla o peggio ancora cambiare rotta come accaduto per la gestione e il governo del territorio. Nel concludere si richiama all’attenzione degli attori protagonisti delle sedute consiliari a voler attenersi al combinato disposto degli artt. 5, 39 e 48 del vigente “Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale”, oltreché allo Statuto Comunale. Le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL, CSA e UGL chiedono, pertanto, l’immediata convocazione, in Consiglio Comunale, per un confronto pubblico e al fine di perseguire il bene della città, senza trascurare il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori.
Le Organizzazioni Sindacali:
CGIL FP – Iacono
CISL FP – Parello
UIL FP – Danile
CSA – Marchese
UGL – Lo Verso