A Gela Gesù è nato in una culla di bollette, sfratti e cartelle esattoriali. L’idea di un presepe come metafora dei tempi che stiamo vivendo è stata dei ragazzi della parrocchia San Giovanni Evangelista e del Movimento Giovanile Macchitella. È stato realizzato accanto all’altare e condiviso dal clero della città per porre l’attenzione sui problemi della povertà, della perdita del lavoro, delle imprese commerciali e artigiane che chiudono perché strozzate dalle tasse. Forte è la sfiducia verso le istituzioni e la politica da parte di quanti non reggono il peso della crisi nera e infinita. Lo stesso viceparroco della chiesa San Giovanni Evangelista, don Giuseppe Fausciana, si è reso protagonista nei giorni scorsi di un gesto fortemente dimostrativo distribuendo ai fedeli delle boccettine di profumo per protesta contro il “puzzo di certa politica”. Un’azione in linea con il risveglio politico della Chiesa, favorito anche dalla svolta impressa da papa Bergoglio, sui temi della povertà e della crisi. Un altro prete, don Antonio Garau, ha rivolto un augurio “alla Palermo che soffre in questo tramonto di crisi che non lascia intravedere l’alba” e ha chiesto ai politici di “osservare quello che c’è intorno con occhi veramente umani”. Altrimenti, “meglio andare via e lasciare libero il posto del potere”.