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Vero, via un assessore se ne nomina un altro. Ma uno come Figuccia non doveva proprio farselo scappare il neo presidente Musumeci. Per la questione che ha posto – “tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati” –, per la coerenza dimostrata e la fedeltà agli impegni presi con i propri elettori.
Musumeci non lo troverà facilmente un altro come Figuccia. Che per le proprie idee abbandona la giunta. Invitandolo a tacere e a lavorare invece di entrare in polemica con Miccichè sugli stipendi d’oro dei burocrati regionali, Musumeci ha dimostrato che il suo “Sarà bellissima” era solo uno slogan elettorale. E che la Sicilia, sul piano politico, brutta era e ancora più brutta è diventata. Dopo l’elezione a presidente dell’Ars di Miccichè, dopo la sua decisione di non toccare i super stipendi, e soprattutto dopo queste dimissioni di Vincenzo Figuccia da assessore all’Energia con delega ai rifiuti, che ritiene (come la maggior parte dei cittadini) scandalosi certi privilegi con tanta fame in giro, tra la gente comune.
Una posizione come questa andava sostenuta. Specie dal presidente della regione. Che invece si rivela prigioniero della sua maggioranza. Perde un membro della propria giunta dopo pochi giorni – il che non è affatto un bel segnale – e soprattutto perde un assessore libero che davvero poteva aiutarlo a far diventare bellissima la sua Sicilia. Ma tra gli slogan e la realtà c’è di mezzo… Miccichè.

(g.c.)