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S’intitola Fermi tutti! È il manifesto fatto affiggere in giro per la città dalla sezione cittadina del Partito democratico. Eccone il testo.

Non ci sorprende la nota del sindaco sulla mancata partecipazione ai bandi così come il silenzio dell’Amministrazione nei confronti della città: è ormai questa la cifra adottata, per cui si alternano silenzi imbarazzanti a improvvide uscite.
E mentre si susseguono atti criminali, intimidazioni e minacce, come se tutto intorno fosse normale, in città si scaldano i motori per le elezioni regionali.
Forse allora è il momento di fermarsi e fare tutti, politica e cittadini per primi, un’analisi più attenta di ciò che accade.
Serve che con umiltà si faccia autocritica per comprendere gli errori e non ripeterli a partire da noi stessi.
Se guardiamo indietro al passato più o meno recente, come Partito Democratico, ritroviamo senz’altro futili contrapposizioni e scomodi posizionamenti ma
non abbiamo alcuna responsabilità nella situazione attuale perché non abbiamo mai governato questa città negli ultimi 24 anni e questo è un fatto! Certo
dobbiamo interrogarci approfonditamente sulle cause, a partire dalla difficoltà di essere davvero rappresentativi di un blocco sociale in questa città, ma
qualunque analisi esclude una responsabilità del Pd nell’amministrazione.
È un fatto che il governo di questa città è stato caratterizzato sempre da tutta una serie di esponenti che, più o meno direttamente, hanno partecipato
ininterrottamente all’amministrazione di Licata da decenni con i risultati che conosciamo.
Soprattutto nelle ultime amministrazioni, Sindaco e consiglio comunale derivano dalla realizzazione di uno stesso modello: un regista fuoricampo che sceglie
ed impone un fido esponente tra i fedelissimi. Poi, per motivi spesso più personali che politici, questo sodalizio si spezza e seguono sfiducia e commissaria￾mento, con gravi ripercussioni sui cittadini.
E tutto questo nell’immediato orizzonte sembra riproporsi!
Senza una seria riflessione su tutto ciò che è stato e su dove tutto ciò ha condotto, rischiamo di assistere nuovamente a questo spettacolo indecoroso.
Il progetto “La Regione al comune” è miseramente fallito e occorre interrogarsi, individuare responsabilità ed errori e provare a non ripeterli.
Abbiamo più che mai bisogno di partecipazione e di confronto per costruire.
Abbiamo bisogno di mettere da parte la facile demagogia, che fa leva sui bisogni immediati del cittadino, e iniziare a trattare con la dovuta serietà, senza
alcun timore e con senso di responsabilità argomenti importanti come l’abusivismo, le demolizioni, la salvaguardia del territorio, la situazione finanziaria del
Comune, il deficit di ruoli e competenze nella macchina amministrativa, la qualità dei servizi offerti ai cittadini, il ruolo della città per i prossimi decenni.
Non si può promettere ciò che non si può mantenere perché poi i nodi vengono al pettine.
Non si può dividere la città tra buoni e cattivi, tra guelfi e ghibellini per mero interesse personale.
Non si può continuare a sperare nell’uomo solo al comando cui affidare le sorti della città con spirito fideistico ovvero con speranze clientelari.
Alla giunta comunale chiediamo oggi uno scatto di orgoglio. Se non avete fondi per realizzare iniziative e progetti, se non avete il supporto degli uffici per la
carenza di personale, se non avete una visione della città, quale traguardo politico intravedete? Quale risultato potete garantire alla città, in un momento
unico quale quello che stiamo attraversando, con la possibilità di accedere ai fondi Pnrr che nessuna amministrazione futura potrà avere?
In assenza di risposta, avendo tagliato tutto ciò che era possibile per tentare il piano di riequilibrio, rimanere attaccati alla poltrona contro ogni logica
politica ha il sapore indecoroso della sola difesa della indennità.
Non saremo certo noi a difendere l’operato di questo sindaco che solo con i fatti potrà dimostrare di non meritare la sfiducia. E tra i possibili fatti, imme￾diata priorità va data alla creazione di uno staff interdipartimentale con un responsabile unico per la gestione dei finanziamenti destinati a Licata. Che non
sono pochi, se solo si hanno le condizioni e la capacità di richiederli ed ottenerli.
Quindi la nomina di un dirigente o di una posizione organizzativa per l’ufficio urbanistica e lavori pubblici, ossia i dipartimenti attorno a cui batte il cuore
pulsante dell’economia cittadina.
Per il prossimo futuro invitiamo invece ad un confronto le forze sane di questa città: i professionisti, i tanti lavoratori, le categorie produttive, i giovani, le
associazioni e tutte le migliori energie che si spendono quotidianamente nel campo della scuola, del volontariato, dell’assistenza.
Non siamo più disponibili a condividere proposte preconfezionate e a scatola chiusa, né siamo disposti a cavalcare, a priori, l’onda emotiva della sfiducia
solo per assecondare gli umori della piazza senza avere un progetto alternativo per il governo della città.
Non sosterremo iniziative che garantiscano vantaggi a chi fa demagogia, ma siamo aperti alla costruzione ampia e condivisa del futuro di questa città.

Decimo Agnello  – segretario cittadino Partito democratico