I dati di Federconsumatori-Isscon purtroppo confermano che studiare all’università è molto costoso, in tutta Italia. In Sicilia, a Palermo e Catania, si pagano tasse leggermente inferiori alla media nazionale, ma di contro ci sono esenzioni decisamente minori, con una “no tax area” che a Catania si ferma a 22.000 euro di ISEE e a Palermo arriva a 25.000 euro.

Giusto per citare una realtà universitaria compatibile, e fare un confronto: la no tax area nelle università campane arriva a 30.000 euro di ISEE, quindi sono molti di più gli studenti che non pagano tasse.

Non va poi scordato un altro dato, forse ancora più importante: l’enorme quantità di studenti siciliani iscritti in atenei al di fuori della Sicilia. Le famiglie di questi studenti devono sobbarcarsi costi enormi, che arrivano fino a 17.498 euro l’anno tra tasse, alloggio, spesa alimentare, trasporti, materiale didatti e attività socio-ricreative-culturali.
“A questi studenti va il nostro sostegno morale – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – anche e soprattutto per una ulteriore “tassa occulta” che devono pagare: l’odioso caro voli che impedisce a molti di loro di viaggiare in maniera dignitosa e a prezzi normali, che fa il paio con l’inaccettabile comportamento delle compagnie aeree, Ryanair e Aeroitalia soprattutto, che cancellano tratte da un giorno all’altro solo perché scoprono che in inverno ci sono meno passeggeri”.