Le frontiere del turismo non conoscono limiti ed in tempi di amara recessione economica si raschia il barile per far cassa con assets che finora nessuno aveva pensato potessero possedere una vocazione economica. È il caso dei fari, beni legati all’immaginario romantico dei più, di cui una regione marittima come la Sicilia è costellata e che, in virtù del progresso tecnologico hanno perso lapropria centralità, soppiantati da Gpsed altre novità elettroniche che hanno relegato a un lontano passato quel fascio di luce che rischiara per qualche istante il buio fitto della notte. Ebbene l’Agenzia del Demanio, proprietaria della stragrande maggioranza dei fari pubblici ha pensato di trarre profitto da questi luoghi così suggestivi che possono suscitare l’appetito degli imprenditori turistici. Del resto il turista moderno è ormai in cerca di offerte turistiche stimolanti, diverse dall’ordinario. Ecco come nasce l’idea di dare in concessione ai privati i fari dietro corresponsione di un canone da versare all’ente pubblico titolare dei medesimi. L’iniziativa in questione intende replicare la positiva esperienza pilota realizzata con il faro di Capo Spartivento a Cagliari, dato in concessione all’imprenditore Alessio Raggio, il quale ne ha ricavato un hotel di lusso cinque stelle, fornito di sei stanze, di cui quattro suites di 35 mq ciascuna, arredate con vetri rossi di murano, tetti in vetro, candelabri d’epoca, letti matrimoniali circolari, piscina con vista mozzafiato a strapiombo sul mare. Laddove un tempo viveva un solitario guardiano adesso sarà possibile trascorrere le proprie vacanze godendo di un panorama suggestivo. L’Agenzia del Demanio, con un comunicato emesso il 19 dicembre scorso, ha reso noto di aver raggiunto un accordo con Invitalia e Confindustria per la valorizzazione del patrimonio dello Stato. In particolare, si prevede che gli immobili di pregio possano essere riqualificati, con una destinazione non solo industriale ma anche turistica. Una delle ipotesi di valorizzazione immobiliare ventilata da predetti soggetti pubblici riguarda la possibilità di attribuire in concessione a imprenditori che ne facciano richiesta un pacchetto di fari da riqualificare ai fini turistici. Ciò naturalmente non vuol dire soltanto possibilità di realizzare resort o alberghi di lusso ma, come ha dichiarato Alessio Satta, Direttore della Conservatoria delle Coste Sarde, si può seguire l’esperienza francese de Le phaire des baleines che consiste nel ricavare librerie, boutique o bookshop all’interno dei fari. Chissà che una volta tanto non si debba ringraziare la crisi economica per averci consentito di riscoprire dei gioielli presenti sul nostro territorio che altrimenti avremmo lasciato languire nel dimenticatoio più assoluto. In fondo, già la stessa possibilità di visitare un faro rappresenta un privilegio che pochi hanno avuto il piacere di vivere e un’esperienza che molti sarebbero desiderosi di compiere, soprattutto coloro i quali vivono in città o in montagna. Del resto, ove dovesse darsi seguito a questo progetto il faro potrebbe diventare una nuova e allettante attrazione turistica.
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Gioacchino Amato
(Articolo pubblicato sul Quotidiano di Sicilia del 19 febbraio)
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