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L’area dell’ex mattatoio comunale di via Umberto secondo sta per essere dissequestrata.

Il sito, come si ricorderà, era stato interessato da un vastissimo incendio che aveva mandato in fumo i mastelli per la raccolta differenziata dei rifiuti nel primo tentativo di sperimentazione avvenuto qualche anno fa.

 

 

 

 

Successivamente – su disposizione dell’Autorità Giudiziaria – l’ex macello era stato poso sotto sequestro. Adesso, i tempi sono maturi per rimuovere i sigilli. Lo si evince da una determina dirigenziale del dipartimento Lavori Pubblici. Il documento dell’Ente parla di “provvedere con urgenza alla bonifica dell’area dell’ex macello comunale per il successivo dissequestro”. Prima si dovrà necessariamente provvedere all’analisi di caratterizzazione del materiale bruciato in quel vastissimo incendio con l’appalto (inferiore a 40mila euro) già affidato ad un’impresa specializzata in questi interventi. L’incendio si era verificato a Luglio 2019 e le sue proporzioni erano state notevolissime. A distanza di un paio di giorni, il presidio di via Umberto secondo è stato posto sotto sequestro dalla Magistratura agrigentina. Tre anni fa, ad andare in fiamme erano stati circa ottomila mastelli colorati che sarebbero dovuti essere utilizzati per la raccolta differenziata dei rifiuti. I contenitori in plastica erano stati lasciati nell’area esterna dell’ex macello comunale in attesa di essere rimossi dalla ditta proprietaria alla luce della mancata attivazione della differenziata.

Impressionante era stata la nube di fuoco e fumo nero sprigionata dalla combustione dei contenitori di plastica. Mai si era visto un incendio di simili proporzioni in pieno centro a Licata. Il rogo era arrivato a lambire il vicino mercato ortofrutticolo (confinante con l’ex mattatoio) e la ferrovia. Per precauzione era addirittura stato temporaneamente evacuato l’autoparco comunale dove erano già allora parcheggiati i mezzi impiegati per il servizio di raccolta della spazzatura. Pochi erano stati i dubbi sulla natura dolosa del rogo. Come detto in precedenza, a distanza di pochi giorni era arrivato il sequestro dell’area da parte dell’Autorità Giudiziaria. Adesso sono maturi i tempi per togliere i sigilli e restituire i locali al Comune per l’utilizzo che ne riterrà opportuno.