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“Prendi questo per 1200 dinari: è un nigeriano, omone forte, buono per il lavoro nei campi”. Oppure questo: “È uno scavatore, ti serve uno scavatore?”  La compravendita di esseri umani nei campi libici, dove sono trattenuti i migranti dopo gli accordi firmati da Minniti con Fayez Al Sarraj, è stata filmata e poi verificata da due suoi inviati prima d’essere messa in onda dalla CNN. Di qui le accuse dell’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani all’Unione europea e al governo italiano: “La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità”. I ragazzi venduti appaiono scioccati, hanno paura di essere avvicinati persino dai giornalisti della CNN.

Eppure si sapeva. Le denunce dei maltrattamenti sono note da mesi. Sentiamo cosa dice nel mese di aprile, dopo un viaggio in Libia, il direttore delle operazioni d’emergenza dell’Oim: “Situazione terribile: le notizie di mercanti degli schiavi si uniscono alla lunga lista di orrori”.

Noi abbiamo visto cosa è avvenuto pochi giorni fa sulla nave libica con un migrante frustato e bastonato, buttatosi in mare perché separato dalla moglie (raccolta da una Ong tedesca) e poi trascinato con una corda dalla stessa nave che aveva riacceso i motori verso la Libia. Non abbiamo ancora visto tutto il resto, ma non facciamo fatica a immaginare quale scempio dei diritti umani avvenga nei campi libici di detenzione.

E dato che il ministro Minniti (aveva dato la sua parola che avrebbe vigilato sul trattamento dei migranti in quei campi) non sente il dovere di dimettersi, dato che l’Ue si limita a dichiarazioni generiche, dato che i cattolici del Pd non prendono posizione su questi gravi fatti, lesivi della dignità delle persone, dato che Renzi si occupa (con un tweet) delle dimissioni di Tavecchio e di Ventura piuttosto che di quelle, molto opportune, di Minniti, non ci resta che sperare in quelle organizzazioni umanitarie e in quelle forze politiche cui non è sfuggito quanto è successo. Per non arrenderci al populismo che cavalca paure e odio di cui gli accordi del ministro degli interni sono figli.

Gaetano Cellura