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Erosione costiera, un intervento dell’ex vicesindaco Angelo Vincenti.

Da diversi anni si continua a parlare di erosione delle coste spesso causate anche da interventi dell’uomo con effetti negativi in aree già soggette a fenomeni periodici che vedono modificare di volta in volta i paesaggi costieri. Licata non è esente da tutto questo, un fiume che comunque interviene in un’area ben definita e che partecipa a modificare anche i fondali con i suoi sedimenti, le correnti marine spesso modificate dai continui cambiamenti climatici e probabilmente anche dalle opere realizzate negli ultimi anni. Una delle zone più colpite da questo fenomeno e che desta più preoccupazione è quella della Plaia che oltre ad aver subito negli anni un’erosione pazzesca con l’avanzamento delle acque per centinaia di metri, mette a rischio l’intera zona densamente abitata. Ultimamente con l’aggravarsi della situazione, se ne parla tantissimo soprattutto grazie al comitato Fondachello – Plaia che da anni continua a battersi tenendo alta l’attenzione. Ricordo perfettamente anche l’intervento del 9 gennaio di un anno fa a cura di Milena Bonvissuto che a seguito dell’ennesima mareggiata, richiamava l’attenzione di chi dovrebbe tutelare il territorio e i suoi abitanti. Anche l’amico Ivan Milite in questi giorni è intervenuto più volte attraverso i media, utilizzando foto e documenti che provano l’inesorabile avanzata delle acque in tutta l’area. Pare che diversi soggetti politici, passati e presenti, si stiano muovendo e poco importa chi di loro riuscirà a portare a casa dei risultati, l’importante è che qualcuno la faccia. Oggi con tutti i fondi messi a disposizione la cosa dovrebbe essere più fattibile e se magari riuscissero a fare fronte comune, tutto sarebbe più semplice. Ritengo però doveroso fare un excursus su quest’argomento che potrebbe essere utile a chi, per amore della sua città (è il mio augurio) si sta muovendo in tal senso.
Nel 2001, committente il comune di Licata, l’ingegner Attilio Santini presenta un progetto di “rinaturalizzazione e riqualificazione della costa Licatese”, che andava da Torre di Gaffe al torrente Canticaglione. L’ingegnere in questione fu anche consulente regionale al territorio e ambiente proprio sulle problematiche relative al rischio idrogeologico e all’erosone delle coste. Circa 7/8 anni dopo l’architetto Fabrizio Lo Porto, allora dirigente nel nostro comune al dipartimento L.L.P.P. e Urbanistica, aveva preparato ben 7 progetti che riguardavano la realizzazione di barriere a difesa della nostra costa. Tali opere erano progettate non come quelle che siamo abituati a vedere con scogliere emergenti, ma a filo d’acqua per permettere un normale flusso senza erodere la costa e lasciando i sedimenti dopo i fenomeni dovuti alle mareggiate. Racconto questi particolari perché personalmente m’interessai nel passato, ma aimè le uniche barriere che trovai furono solo quelle burocratiche, soprattutto interne. E’ difficile accettare il perché di tali “ostruzioni” ma devo dire in tutta onestà, anche in altre occasioni ho avuto più difficoltà “interne” che esterne. Ritengo che i progetti realizzati all’ora dall’architetto Lo Porto vadano ripresi e rivalutati, sempre che esistano ancora nei meandri oscuri dei nostri uffici.

Angelo Vincenti – ex vicesindaco