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Tutto questo tira e molla condito da nullaosta, smentite, annunciati ritiri, e dimissioni più o meno imminenti ce lo saremmo risparmiati volentieri. Oggetto del contendere è lo stadio “Dino Liotta”, attore non protagonista (ma che merita l’Oscar per l’incoerenza) il sindaco Angelo Graci, sempre più scollato dalla realtà cittadina e sempre meno in grado di trovare soluzioni nella gestione di situazioni importanti per la città, non solo dal punto di vista sportivo. Graci sapeva che il Licata lo scorso mese di giugno (appena un mese fa) aveva rinnovato la concessione per usufruire dello stadio “Dino Liotta”  e sapeva anche che, in caso di altra società interessata alla concessione dell’impianto sportivo, avrebbe dovuto contattare prima la dirigenza dell’Asd Licata. Invece no, nullaosta firmato e concessione data anche alla Sant’Angelo (che in quanto società licatese la merita anche lei, secondo noi). Da qui apriti cielo. Dimissioni, minacce di ritirare prima il Licata dalla serie D e poi la Sant’Angelo dalla Promozione….A nostro avviso sarebbe stato più logico da parte dell’amministrazione comunale e da chi la “presiede” convocare le dirigenze delle due società e trovare un accordo che soddisfacesse ambo le parti mettendo da parte incomprensioni e problemi. Questo avrebbe dovuto fare una classe dirigente che lavora con buonsenso, non creare un caso che non giova a nessuno e che anzi inasprisce i rapporti. Il “Dino Liotta” è patrimonio del calcio licatese, che sia di serie B, D, di Eccellenza o di Promozione. Tra gente ragionevole un accordo, se si vuole, lo si può trovare sempre. Crediamo che sia il Licata che la Sant’Angelo l’anno prossimo disputeranno i rispettivi campionati perchè è giusto che lo facciano e continuino a regalare soddisfazioni ai sostenitori licatesi che simpatizzano per entrambe le realtà (almeno questo è il nostro pensiero e senza remora diciamo che noi tifiamo per entrambe). Ma per favore finiamola ogni qualvolta si presenta un ostacolo di minacciare il ritiro della squadra, facendo godere chi non aspetta altro che ridere per le disgrazie dei licatesi!

Giuseppe Cellura