di Gaetano Cellura Nacque prima del tempo: per uno spavento che la madre si prese a causa del colera che imperversava a Girgenti. Con la speranza di scamparvi molte famiglie andarono a vivere in campagna. Come fece anche la famiglia Pirandello che si recò nella casa di contrada Caos, tra Girgenti e Porto Empedocle, dove Luigi venne al mondo la notte del 28 giugno del 1867.

Una nascita casuale, scriverà dopo. Casuale come la caduta di una lucciola sotto un gran pino solitario. E tra le lucciole che volavano “non si sa dove ora qua ora là” mentre tant’altre baluginavano sul colle dov’era la città, tra le lucciole che cadendo aprono sulla terra una lontana perduta fosforescenza, suo zio con un lanternino in mano andò per la campagna in cerca di qualche contadina che aiutasse donna Caterina a partorire. Non ce ne fu bisogno perché, nel frattempo, la madre di Pirandello aveva fatto tutto da sola.

Luigi nacque da genitori garibaldini. Caterina Ricci Gramitto fu la prima donna a cucire il tricolore a Girgenti dopo lo sbarco dei Mille. E il marito, don Stefano, combatté con il Generale. Nel ’60 lasciò famiglia e lavoro per seguire Garibaldi. E a Palermo si espose troppo rischiando la vita sotto i colpi delle soldatesche borboniche. A un tratto si sentì battere la spalla, si voltò e vide proprio Garibaldi, tutto impolverato, che gli disse: “Giovanotto, levatevi di lì”. Fu lo stesso Generale a prenderne il posto, che considerava pericoloso per un semplice volontario.

Di questo fatto, capitato al padre, Pirandello parla nel romanzo “L’esclusa”. E dell’epopea garibaldina in Sicilia ne “I vecchi e i giovani”, insieme al forte senso di frustrazione che prese molti volontari dopo l’impresa dei Mille e la formazione del nuovo Stato italiano che tradì i loro ideali.

Dell’infanzia di Luigi Pirandello due episodi vanno segnalati. E uno ha del prodigioso. Quando raggiunse l’età del giudizio, il futuro Premio Nobel per la letteratura chiese alla madre : “Ti ricordi dell’eclisse? Accendeste il lume di giorno”. Donna Caterina fece il conto e rimase basita. Lei sì che ricordava. Ed era normale. Ma quell’oscurità improvvisa come poteva essere rimasta impressa nella mente di un bimbo di soli otto mesi? Pure i particolari Luigi ricordava – il lume acceso di giorno. Il fatto (incredibile) probabilmente è vero. E i biografi di Pirandello lo riportano. L’altro episodio riguarda un suo ritorno seminudo a casa dopo esserne uscito vestito da marinaretto. Aveva dato il suo abito nuovo a un bambino coperto di cenci. “Questo precetto di misericordia corporale della chiesa cattolica, la cui pratica gli fu allora rimproverata, divenne poi – scrive Sciascia – anche precetto di misericordia morale, spirituale: manifestamente, e con dolorosa ironia, nella commedia che appunto s’intitola Vestire gli ignudi”.

Pirandello andò poi a studiare a Palermo, a Roma, a Bonn. E qui si laurea con una tesi sulla parlata di Girgenti. Dove, dopo la Prima guerra mondiale, tornò di rado. Era iniziato presto il suo viaggio negli spazi vertiginosi di vita e arte, realtà e finzione, essere e apparire. Al Caos, nella “bicocca” dov’era nato, tornò d’estate durante gli anni della giovinezza. Poi non più. Chissà se in uno di questi ritorni, la notte, abbia visto cadere qualche lucciola. Come quella che cadde casualmente nel 1867 sotto il pino solitario.