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vecchioniCome fa il sindaco di Palermo a dar ragione a Roberto Vecchioni? È venuto in Sicilia e l’ha definita nel modo colorito che sappiamo. Un’espressione cui molti di noi ricorrono nei momenti di rabbia. Quando tutto va storto. Quando vedi le strade dell’Isola crollare una dopo l’altra, le frane autunnali che, a causa della pioggia, si portano via pezzi di paesi lasciando senz’acqua i cittadini. Quando vedi emigrare i giovani perché qui non c’è lavoro. Quando vedi un quadro sociale di povertà diffusa e di livelli qualitativi di vita da ultimo posto nelle graduatorie nazionali.

Ma il cantautore non ha parlato solo dell’abbandono culturale in cui l’Isola versa. Vai a Segesta e non trovi nessuno: e da solo devi capire cos’è e cosa rappresenta. Non ha parlato di una Sicilia che non sa difendere la sua storia, la sua cultura. Ha parlato anche del disordine, del traffico di Palermo, del tempo impiegato per arrivare dall’aeroporto all’università, di macchine in sosta in doppia e terza fila, dei duecento motociclisti senza casco (più della metà di quelli visti).

Il sindaco Orlando gli dà ragione pure su questo? Se è così, dà torto a se stesso. A chi spetta, se non a lui, risolvere i problemi del traffico e dell’educazione stradale a Palermo? O forse pensava che le critiche di Vecchioni fossero rivolte solo a Crocetta o in generale ai siciliani incapaci di difendere la propria intelligenza?

Se Vecchioni fosse sceso un po’ più giù, fosse venuto a Licata (per fare un esempio), avrebbe visto di peggio. Palme che implodono sui marciapiedi, per il punteruolo che se le divora, verde pubblico abbandonato, cani randagi in quantità impressionante, pista ciclabile scolorita, segnaletica dei siti storici sballata.

Tutto rientra nel nostro modo d’essere, nella Sicilia delle contraddizioni. Hai la cultura, i monumenti e il mare: e non li sai valorizzare. Hai il porto turistico, vuoi portare visitatori a Licata: e non riesci a togliere i randagi dalle strade e a offrire a chi viene una città pulita, accogliente.

Contraddizioni sì, mancanza di risorse economiche con i comuni dell’Isola sul lastrico, scarso amore per le nostre bellezze monumentali e naturali, ma anche deficit innegabile di classi dirigenti. A tutti i livelli.

Gaetano Cellura