Pubblichiamo la nota dell’associazione A testa alta dopo il dibattito tra candidati a sindaco di sabato pomeriggio organizzato dalla sezione locale di Cittadinanzattiva.
Siano Forze dell’Ordine e Magistratura a fare piena luce sulle affermazioni, gravissime, fatte dal candidato Sindaco di Licata, Angelo Cambiano, circa una presunta “compravendita di voti” e su “altri tipi di giochetti” e di “spartizione di potere e di poltrone”. È questo l’appello lanciato da “A testa alta” all’indomani dell’incontro-dibattito organizzato dalla locale sezione di Cittadinanzattiva e al quale hanno partecipato sei dei sette candidati in corsa alla carica di primo cittadino. Poco prima della conclusione del dibattito, il candidato Cambiano, rivolgendosi a una parte del pubblico presente ha affermato che «la politica per voi è stata sempre questo: una spartizione di poltrone, una spartizione di potere e una compravendita di voti ai deputati di riferimento». Il dott. Cambiano ha anche parlato di posti di lavoro «per il figlio, per il nipote, per il parente e per l’amico» e di «giochetti» a cui lui non si presterebbe.
L’aspirante alla carica di Sindaco ha anche fatto riferimento a determinati meccanismi che sarebbero stati messi in atto per “riempire le liste”, quali la «estensione oraria di infermiere e contrattisti» e il «far passare visite» ai ragazzi, e con riguardo a uno specifico ambito lavorativo, riconducibile, come sembra, all’Ospedale e/o ad altre strutture sanitarie. Affermazioni, queste, sulla cui veridicità lo stesso Cambiano non nutre dubbi («è la sacrosanta verità», dichiara) e che, per l’associazione licatese, appaiono tali da far presupporre, quantomeno, una conoscenza diretta o indiretta di fatti aventi una certa rilevanza penale che, nell’uno o nell’altro senso, è bene chiarire nell’interesse della collettività tutta. “A testa alta”, che proprio in questi giorni ha avviato una campagna di sensibilizzazione contro la pratica del voto di scambio, apprezzando l’intervento del candidato Angelo Cambiano e auspicando che non si tratti di un mero tentativo di screditare gli avversari o gli ex alleati politici, lo invita a proseguire lungo il percorso intrapreso, fornendo agli inquirenti i necessari elementi di riscontro.