L’aggressione del territorio, devastato nel corso dei decenni dall’abusivismo edilizio, ha avuto tra le conseguenze la trasformazione dei letti originari di scorrimento delle acque piovane e le incisioni naturali. A ciò va aggiunto che le opere di sbarramento, quali ad esempio i muretti di recinzione o chiusura dei fondi, producono effetti diga che possono rivelarsi assai pericolosi sia per gli uomini che per gli immobili, in quanto possono provocare frane.
Questo è l’allarme lanciato, in un avviso alla cittadinanza, dal sindaco Pasquale Amato che ha invitato “i cittadini titolari di proprietà che sono state oggetto di interventi di trasformazioni che hanno alterato il reticolo idrogeologico, le opere di presa e regimazione delle acque, a provvedere ai ripristini dovuti, eliminando le opere che, sbarrando il naturale deflusso, ne hanno alterato l’equilibrio”.
Ad ogni modo l’amministrazione comunale ha convocato per martedì 29 ottobre 2013 alle ore 9,30, presso l’ufficio tecnico comunale, gli Uffici del Genio Civile, della Protezione Civile e dell’Ispettorato Regionale Foreste e Soprintendenza “per concertare congiuntamente le attività utili a fermare la devastazione in corso, che potrebbe rivelarsi fatale per questo territorio, mediante una apposita campagna di controllo e attività coattiva di messa in ripristino delle opere di appresamento, convogliamento e incisioni naturali tombate, nonché alla eliminazione di opere di sbarramento che hanno alterato l’equilibrio di deflusso naturale”. Ovviamente gli interventi che saranno effettuati saranno a spese dei proprietari che non abbiano spontaneamente provveduto, cui saranno applicate anche le relative sanzioni.
Luigi Arcadipane