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Fumata bianca per la nomina del CdA dell’AICA, la nuova azienda consortile chiamata a gestire il servizio idrico integrato nella provincia di Agrigento. Tre ingegneri idraulici – Geraldino Castaldi (presidente), Fiorella Scalia e Osvaldo De Gregoris – sono stati scelti ieri sera all’unanimità  dall’assemblea dei sindaci dell’ATI per guidare – e in un momento particolarmente complicato – l’azienda che sarà costituita il 9 luglio. Castaldi è di Bologna; Scalia di Palermo; e De Gregoris di Teramo. I loro curricula sono stati ritenuti come i più degni d’attenzione – e pare, dunque, che i criteri della competenza e dell’esperienza abbiano avuto la meglio sul manuale Cencelli e sulla paventata, alla vigilia, lottizzazione politica delle nomine. Ѐ quanto si legge, del resto, nel commento conclusivo dei sindaci. Secondo i quali la terna scelta “rappresenta un punto di partenza imprescindibile per una sana, economica e prudente gestione del servizio idrico nel nostro territorio”. Alle parole seguiranno i fatti. E saremo qui a vederli e a valutarli. A valutare soprattutto i futuri costi e le future tariffe. Visto che abbiamo pagato finora, più caro dell’oro, un bene pubblico e primario indispensabile. E vista la preoccupante situazione debitoria del vecchio gestore Girgenti Acque, che non è ancora chiaro su chi deve gravare.

Ed è proprio questa preoccupazione, manifestamente espressa dal commissario Venuti, a far passare in secondo piano la nomina del consiglio d’amministrazione della costituenda AICA. Che non si sa come e quando diventerà operativa e se erediterà o meno il know how della fallita Girgenti Acque, indispensabile per erogare l’acqua ai cittadini: nella giusta quantità e senza interruzioni del servizio. Gli occhi sono infatti maggiormente puntati sulle difficoltà in cui si trova attualmente la gestione commissariale cui sono stati bloccati dai curatori fallimentari i crediti anteriori al marzo del 2021 per il pagamento dei debiti del vecchio gestore.

Tutto questo senza dimenticare lo stato di agitazione dei lavoratori di Girgenti Acque, che aspettano garanzie sul loro futuro. Una situazione drammatica, di cui la maggioranza dei cittadini viene pure tenuta all’oscuro. Cosa prevarrà alla fine? La rigida posizione dei curatori fallimentari sul blocco delle entrate o il diritto dei cittadini a non morire di sete?

In un paese civile una soluzione si troverà, nonostante tutto. Perché l’acqua ai cittadini non si può tagliare.

Gaetano Cellura