PERCHE’ QUALCUNO VUOLE LA GUERRA TRA AGRICOLTORI? Intervento del Presidente del Consorzio agricolo Piana di Licata, Enzo Graci.
Gli areali licatesi rappresentano la più vasta area, nell’agrigentino, destinata alla serricoltura.
I prodotti licatesi sono conosciuti in tutta Italia ed in tutta Europa.
Ma c’è qualcosa che, storicamente, frena il pieno sviluppo di questo settore e si chiama acqua.
Le risorse idriche sono scarse e, laddove ci sono, le acque sono salmastre e non sempre adattabili all’uso agricolo.
Da decenni, la politica locale promette approvvigionamenti e canalizzazioni che, puntualmente, non arrivano.
La querelle “diga Gibbesi” va avanti da più di 30 anni ma, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno decenni per metterla in funzione.
Stanchi delle promesse, nel 2023 come “Consorzio Piana del Salso” abbiamo presentato richiesta di approvvigionamento da altra diga visto che Gibbesi è ormai diventata terreno da pascolo per bestiame.
Ci hanno risposto che l’unica possibilità di approvvigionamento, considerate le risorse idriche non utilizzate, era rappresentata da Furore- San Giovanni.
Questo perche’, gli enti preposti, ci comunicavano la disponibilità da quella diga di 6 milioni di metri cubi di acqua inutilizzata, dei quali, solo 2 milioni sarebbero stati destinati al territorio licatese.
Come Consorzio, possiamo affermare come il nostro iter sia stato trasparente e come ogni cosa sia stata fatta secondo le norme.
Successivamente, è avvenuto il passaggio di pertinenza dal Consorzio di bonifica Gela 5 ad Agrigento 3 visto che, stranamente, da agrigentini abbiamo sempre giocato fuori casa.
In questo nostro percorso, siamo sempre stati sostenuti da tutta l’amministrazione licatese guidata dal Sindaco Angelo Balsamo e dagli Onorevoli Annalisa Tardino e Roberto Di Mauro.
Vogliamo ricordare che nessuno sta rubando nulla a nessuno ma, in quanto agricoltori operanti nel consorzio di bonifica agrigentino abbiamo diritto ad approvvigionarci da una diga dell’agrigentino e la nostra diga di riferimento è Furore-San Giovanni.
Ci stupisce come anche l’amministrazione di Naro stia avallando teorie secondo le quali l’acqua sia di proprietà privata dei naresi, non si tocca e se si tocca chissà cosa potrebbe accadere.
Ricordiamo, come consorzio con centinaia di aziende consorziate, come l’acqua, anche quella proveniente da quella diga, non sia di proprietà privata ma un bene comune. Ricordiamo anche che già la diga serve altri Comuni e non solo Naro. Ricordiamo che anche i licatesi sono agrigentini e, come i naresi, hanno diritto ad approvvigionarsi da un diga collocata geograficamente nel territorio agrigentino. Non capiamo perche’ dovremmo essere discriminati e penalizzati come avvenuto da sempre.
Ora, come consorzio, serve poter contare su tutta la politica, con forze politiche di maggioranza ed opposizione che, a mio avviso, credo debbano sostenere il vero motore dell’economia licatese.
Questa non è solo la battaglia degli agricoltori per il proprio settore ma è la battaglia dei cittadini licatesi per la propria città. Ma non è la battaglia degli agricoltori licatesi contro gli agricoltori naresi.
Dal nostro punto di vista non vogliamo pensare che la nostra economia sia succube di lotte politiche, piuttosto noi agricoltori agrigentini dovremmo coalizzarci per ottenere piu diritti,smettendola di farci inutili guerre