Diffamare sui social un politico può costare caro qualora il tenore dei post, travalicando i limiti dell’esimente della critica politica, miri a denigrare l’onore, il decoro e la reputazione di un soggetto.

La divulgazione di un messaggio tramite facebook, ha, per la natura di questo mezzo, potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone, che, del resto, si avvalgono del social network proprio allo scopo di instaurare e coltivare relazioni interpersonali; pertanto se il contenuto della comunicazione in siffatto modo trasmessa è di carattere denigratorio, la stessa è idonea ad integrare il delitto di diffamazione.

Fatti come questi entrano sempre più spesso a far parte delle aule di Tribunale, proprio per l’uso a volte indiscriminato che si fa dei social, strumenti certamente di grande utilità, ma che non sfuggono alle regole del vivere civile.
È quanto accaduto, ad esempio, all’On.le agrigentino Angelo Cambiano che, durante la propria esperienza da sindaco del Comune di Licata, nel biennio 2015-2017, è stato preso di mira con oltre 80 post diffamatori da un proprio concittadino.

Il contenuto dei predetti post è stato giudicato dal Tribunale di Agrigento con la sentenza n. 1061/2024 del 27 Giugno 2024 eccedente il mero spirito di critica politica poiché diretto a denigrare la dignità, il decoro e la reputazione personale dell’allora Sindaco di Licata, difeso nell’occasione dagli Avvocati Daniele Vecchio e Francesco Carità.
L’autore della sfilza di post incriminata è stato condannato a rifondere circa 30.000,00.
“Le piattaforme virtuali non concedono alcuna immunità – dichiarano gli Avvocati Vecchio e Carità – risultando sempre più assimilabili a contesti di vita reale dove, per fortuna, continua a valere quanto affermato nelle Satire di Orazio: est modus in rebus sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum” (ndr:esiste una misura nelle cose; esistono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto – Orazio, Satire I, 1, 106-107).

Gli avvocati Daniele Vecchio, Francesco Carità