“Il depuratore soffre di carenze strutturali e funzionali rendendo indispensabili interventi risolutivi. In tutta l’area si registra un grave degrado con fuoriuscita di liquidi fognari, accumulo di fango e contaminazione del terreno. Assoluta la necessità di procedere ad un adeguamento dell’impianto di depurazione”. Sono questi alcuni dei passaggi della relazione verbalizzata dai tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) della struttura di Agrigento, dopo il sopralluogo effettuato all’interno del depuratore di Contrada Ripellino lo scorso 21 settembre. I tecnici che hanno espletato le verifiche (il dottor Giovanni Avanzato, tecnico della prevenzione, e il funzionario tecnico direttivo Giuseppe Butticè) hanno redatto un verbale finito successivamente sul tavolo del dottor Salvatore Montanalampo, direttore della struttura Arpa per la provincia di Agrigento. Venti i giorni di tempo dati al gestore unico per la “rimozione del materiale inquinante e il ripristino dei luoghi”. L’Arpa ha già provveduto da inoltrare la relazione a Girgenti Acque, alla Procura della Repubblica di Agrigento, al sindaco Angelo Cambiano (massima autorità sanitaria cittadina), alla Provincia regionale di Agrigento (oggi Libero Consorzio), all’Ato Idrico e, per conoscenza, all’Azienda sanitaria provinciale 1 di Agrigento.
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Sulla questione è arrivata anche la presa di posizione di Cittadinanzattiva che vi proponiamo integralmente.
Cittadinanzattiva di Licata aveva visto giusto. Siamo, infatti, a conoscenza che l’Arpa di Agrigento ha effettuato, nel mese di settembre, un sopralluogo ispettivo presso il nostro impianto di depurazione dei reflui. Le considerazioni finali dei Tecnici hanno, finalmente, dato ragione a quanto da noi rappresentato da tanto tempo: carenze strutturali e funzionali in abbondanza ed urgente necessità di ripristino degli stessi e dei luoghi. Ci rincuora il fatto che finalmente venga riconosciuta la nostra preoccupazione e che questa vicenda si avvii a conclusione con la realizzazione di tutti quegli interventi, peraltro in parte già previsti nel Piano d’Ambito ed altri che, nel tempo, se ne sono aggiunti che ne vedano un funzionamento corretto e secondo le regole. Occorrono però, corposi interventi di manutenzione straordinaria, oltre che di completamento, di detto impianto ed occorrerà ogni utile sforzo per farlo inserire tra quelli (93) che beneficeranno dei finanziamenti, (poco meno di 1.200 milioni di euro stanziati dal Cipe), per essere realizzati o completati e rientrare dallo stato di infrazione di direttive europee, nel quale si trovano.
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