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E’ una disamina amara quella di Armando Sorce, ex consigliere comunale e in passato membro di soggetti operanti nel campo dell’agricoltura. Oltre alla perdurante siccità, c’è anche l’aspetto legato al crollo dei prezzi per la concorrenza dei paesi del Nord Africa.

Pochi ne parlano ma l’agricoltura licatese e siciliana è stata investita, negli ultimi mesi, da una crisi della quale, negli ultimi anni, si ha poca memoria, e mi riferisco alla mancanza di piogge che hanno caratterizzato l’andamento pluviometrico dell’ultimo anno.
Il fenomeno della scarsa piovosità incide anche nella qualità del prezioso liquido. Le falde acquifere di molti terreni hanno un grado elevato di salinità che non permette a molte colture ortofrutticole di sostenerne la produzione; questo avrà, come logica conseguenza, una scelta limitata di varietà in grado di essere coltivate e, ovviamente, produrrà riflessi negativi nella fase della commercializzazione, non potendo, le nostre aziende, programmare produzioni che possano spuntare prezzi remunerativi nella filiera commerciale.
L’altra conseguenza negativa, sempre relativa alla incombente siccità, produrrà i suoi riverberi negativi nella prossima campagna agraria. Gli effetti della siccità infatti si potranno maggiormente apprezzare quando i livelli di salinità emergeranno sulla superficie dei terreni rendendoli sterili ed improduttivi.
La soluzione al problema sarebbe rappresentata dalla presenze di infrastrutture di raccolta delle acque. Verrebbe da dire dighe, raccolta delle acque integrata, utilizzo a pieno regime delle acque reflue.
Ma di questo parte della politica sembra aver perso la memoria non essendo stata capace, negli anni, di attivare misure finalizzate, se non a risolvere, almeno a mitigare gli effetti nefasti della desertificazione.
Un altro elemento che, consentitemi il paradosso, fa piovere ancora di più sul bagnato è legato alla commercializzazione dei nostri prodotti. Particolarmente compromessa è la campagna delle colture a carciofo. Da una parte la mancanza di piogge, dall’altra il freddo intenso dello scorso dicembre hanno, nei fatti, ritardato la produzione. L’invasione di carciofi proveniente dai paesi nordafricani, proprio nel periodo di non produzione, inoltre, ha determinato uno stravolgimento del mercato, provocando una caduta verticale dei prezzi al punto che non diventa conveniente neanche raccogliere il prodotto dalla pianta. Una concorrenza, quella dei paesi che si affacciano dall’altra parte del Mediterraneo, che è diventata insostenibile per le nostre aziende, anche perchè sotto il profilo dei fattori legati alla produzione (alti costi della manodopera, dei prezzi del carburante, disciplinari di produzione, pressione fiscale, burocrazia) non si è sicuramente competitivi.
La grande assente in tutta questa vicenda è stata la politica, completamente assente nel governare questi fenomeni. Ancora una volta incapace di mettere sul campo progetti di rilancio del comparto e capace solo di accorrere al capezzale delle nostre aziende in prossimità di elezioni, passate le quali, tutto ritorna come e, forse, peggio di prima.

Armando Sorce ex consigliere comunale